“Gli interventi previsti all’interno del Pnrr vanno avanti senza nessuna interruzione, tutti i progetti restano garantiti”. È durato quasi un’ora l’intervento alla Camera di Raffaele Fitto. Il ministro degli Affari europei ha illustrato all’Aula la revisione complessiva degli investimenti del Piano e ha negato che le modifiche al piano comporteranno ritardi. E anzi ha rivendicato di “portare i fatti” e quindi il via libera della commissione Ue “alla terza rata e alle modifiche della quarta”. E ha negato responsabilità sulle ultime due rate che “rientravano in realtà nella competenza temporale dell’azione di questo governo”. Se dagli scranni parlamentari della maggioranza si sono levate parole di apprezzamento per l’opera di Fitto, le opposizioni restano molto critiche sulle scelte che hanno lasciato fuori dal Piano alcuni progetti ritenuti fondamentali per il Paese. Su tutti, le misure per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico, e lo slittamento dei finanziamenti destinati alla medicina territoriale. La segretaria dem Elly Schlein, intervenendo in risposta al ministro, ha dichiarato: “Il Parlamento è stato esautorato, non basta una comunicazione d’ufficio come quella di oggi ma come previsto una discussione e un voto preventivo delle Camera. Ci avete messo 10 mesi per decidere la cancellazione di progetti per 16 miliardi”. Un cambio nei finanziamenti che preoccupa molto i sindaci: “Ci sono stati tolti 13 miliardi di euro su 16 e ancora non capiamo perché”, ha dichiarato il presidente dell’Anci Antonio Decaro.

“Un’ora di intervento di Fitto che può essere riassunto in ‘Tutto va bene Madama la Marchesa’. Intanto dal Pnrr spariscono miliardi per transizione ecologica, asili, alloggi universitari, medicina territoriale. Nel terrore crescente dei sindaci italiani, di centrodestra compresi”, ha commentato il dem Alessandro Zan. Per Riccardo Magi, segretario di Più Europa, il ministro Fitto “fa domande e non dà risposte. Perché non ha affiancato i comuni nell’attuazione dei progetti? La verità è che la volontà di stravolgere la governance del Pnrr ha paralizzato la realizzazione del Piano per almeno 6 mesi”. Su questo ha insistito anche lo stesso Decaro: “Un mese fa – ha ricordato – abbiamo fatto vedere a tutti gli esponenti del Governo che i Comuni sono l’unico soggetto attuatore che sta spendendo le risorse. Per fare l’esempio degli asili nido: abbiamo impegnato risorse per il 92,4% dell’ammontare complessivo perché entro la fine di giugno abbiamo fatto le gare. Noi, quei soldi, li abbiamo impegnati. Sono arrivato a quella riunione con un mattone, era il mattone di un asilo nido che stiamo costruendo in un comune della provincia di Latina. Non so perché si tolgano i soldi ai Comuni che invece stanno lavorando e dimostrando che i soldi poi si spendono”.

Il ministro ha difeso il suo operato assicurando che, al di là della narrazione portata avanti dalle opposizioni le “nuove misure individuate non saranno oggetto di definanziamento“. “Lo dico ai sindaci, a chi ha immaginato scenari catastrofici”, ha confermato Fitto, sottolineando come la fase in atto si concluderà “entro il 2023 e ci consentirà di ricevere 35 miliardi che è l’intera somma prevista”. Ha piegato che complessivamente il governo a fronte di 63 riforme e 235 tra investimenti e subinvestimenti, per un totale di 298 misure, propone delle modifiche che riguardano 144 di queste misure: “Ci sono diverse tipologie di modifiche che vengono proposte, le prime sono di carattere tecnico per correggere errori formali e dubbi interpretativi che, se non corretti ora, rischiano di creare problemi nella parte finale. Una seconda parte, anche alla luce di dati oggettivi come l’aumento dei prezzi delle materie prime, propone uno degli spostamenti di risorse proposti dai singoli ministeri”, ha detto Fitto.

Al termine della comunicazione, la maggioranza ha presentato e approvato una risoluzione alla Camera. Il governo, si legge, è impegnato “a trasmettere la proposta di revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, comprensiva del capitolo REPowerEU, alla Commissione europea, e ad assicurare il pieno coinvolgimento del Parlamento, nonché la leale collaborazione con le Regioni e gli Enti Locali e la continua partecipazione del partenariato economico e sociale nelle fasi successive alla trasmissione di detta proposta e alla sua approvazione da parte del Consiglio”.

Il dispositivo della risoluzione impegna, quindi, il governo “in linea con le raccomandazioni sul Pnrr italiane formulate nell’ambito della comunicazione del 24 maggio 2023 della Commissione europea “Semestre europeo 2023 – pacchetto di primavera”, a salvaguardare gli interventi esclusi dal Pnrr all’esito dell’aggiornamento del Piano, utilizzando altre fonti di finanziamento nazionali disponibili a legislazione vigente, anche mediante la riprogrammazione del Piano nazionale complementare, e ricorrendo alle risorse messe a disposizione dalla programmazione 2021-2027 dei Fondi strutturali e del Fondo sviluppo e coesione 2021-2027″.

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