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“Poteva finire in tragedia”, fan di Bruce Springsteen furiosi dopo il concerto di Monza: “Chilometri a piedi al buio, schermi fuori sincrono”

Il concerto dello scorso 25 luglio a Monza è stato aspramente criticato da molti fan. Nel mirino non è finito lo spettacolo musicale del Boss, ma la gestione dell'evento

di F. Q.

Un concerto di Bruce Springsteen è sempre un evento, ma coloro che hanno assistito a quello dello scorso 25 luglio al parco di Monza non serberanno un bel ricordo per quel che riguarda l‘organizzazione. Questo almeno è ciò che emerge da quanto scritto da diversi presenti all’evento nel commentare la foto di Claudio Trotta – fondatore di Barley Arts, società organizzatrice del concerto – che ritrae la folla sottopalco in attesa del Boss.

I fan contestano le modalità di gestione della folla sia nel momento dell’arrivo che in quello del deflusso: chilometri e chilometri a piedi per raggiungere i varchi di accesso (salvo poi essere indirizzati ad ingressi ancora più lontani), la pericolosa coda creatasi in uscita con migliaia di persone ferme “al buio per quasi tutto il percorso nell’area verde e senza vedere addetti alla sicurezza a cui chiedere informazioni o aiuti”, come riporta Il Giorno. “Deflusso vergognoso e pericolosissimo, questa volta poteva finire in tragedia, surreale” scrive qualcuno, “Nessuno e dico nessuno dell’organizzazione quando tutto era bloccato e la gente era esasperata e ammassata e bloccata!” scrive qualcun altro, ma la lista delle critiche è davvero lunga. E non è tutto, perché molti hanno lamentato anche il fatto che, durante il concerto, gli schermi restituissero l’audio e le immagini non in sincrono con un effetto straniante non da poco. La soluzione per molti sembra essere soltanto una: partecipare a concerti simili nelle città europee dove la questione organizzativa sarebbe di gran lunga migliore. “In alcuni casi, non sarebbe una cattiva idea copiare quanto fanno gli altri” fa notare un utente, “Bisogna andare all’estero infatti. Hyde Park ha un’organizzazione da farci un documentario” fa sapere un altro.

Al momento Claudio Trotta di Barley Arts non ha replicato alle critiche dei fan.

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