Nonostante la dichiarata chiusura di Antonio Tajani e altri esponenti di Forza Italia rispetto a una sua potenziale adesione al partito, Matteo Renzi in una lettera al Giornale continua la sua marcia di avvicinamento. Il leader di Italia viva si schiera ancora una volta con Marina Berlusconi che la settimana scorsa ha attaccato pm e giornalisti rei, a suo dire, di “perseguitare anche da morto” il padre Silvio con “l’accusa più delirante, quella di mafiosità”. Un’uscita da cui la premier Giorgia Meloni ha preso le distanze facendo notare che Marina “non è un soggetto politico”. Già in quel momento Renzi l’aveva difesa – “non mi è piaciuta la risposta di Meloni” – ma ora fa anche di più. Scrivendo all’ex quotidiano di famiglia, recentemente comprato dagli Angelucci, non solo ribadisce che “contestare a Silvio Berlusconi una qualsiasi forma di partecipazione nella drammatica vicenda delle stragi del 1993 è folle” ma aggiunge di volerne “difendere la memoria – da avversario – perché così facendo rendo un servizio non solo alla sua storia personale ma direi ancora prima alle istituzioni di questo Paese. Bisogna smetterla di considerare gli avversari come mafiosi e combattere tutti insieme contro la mafia ora e sempre”. Seguono nuovi attacchi alla procura di Firenze, quella che l’ha indagato per il caso relativo al presunto finanziamento illecito ai partiti attraverso la fondazione Open (il processo è in corso).

“Se facciamo uno sforzo per attenerci alla realtà, e solo a quella, cancellando ogni implicazione, retropensiero, elucubrazione ci rendiamo conto che la lettera di Marina Berlusconi è la doverosa e nobile denuncia di una figlia che difende il padre, ma anche di una cittadina che chiede una giustizia giusta e invita i PM a perseguire i reati, non a inseguire i nemici”, scrive Renzi. “Posso dire a voce alta e senza timore di apparire di parte che contestare a Silvio Berlusconi una qualsiasi forma di partecipazione nella drammatica vicenda delle stragi del 1993 è semplicemente folle. Le stragi dei Georgofili, di Roma e Milano, il fallito attentato a Maurizio Costanzo: davvero c’è chi vede una responsabilità di Berlusconi in tutto questo?”. Per Renzi “non è di una indagine che si sta parlando ma di un tentativo – quello di una minoritaria parte della magistratura – di alimentare la narrazione che i vertici delle istituzioni più lontani dalla sinistra avessero rapporti con la mafia“.

Secondo l’ex premier “Ha fatto bene Marina Berlusconi a criticare l’assurdità di queste infamanti accuse. Perché non è di una indagine che si sta parlando ma di un tentativo – quello di una minoritaria parte della magistratura – di alimentare la narrazione che i vertici delle istituzioni più lontani dalla sinistra avessero rapporti con la mafia“, sottolinea Renzi. Per Renzi, perquisire la casa di Dell’Utri trent’anni dopo – e dopo che comunque Dell’Utri ha trascorso anni in carcere – appare come il tentativo di alimentare la visibilità mediatici di una indagine che non ha sostanza e che non ha credibilità”. Il leader di Iv scrive ancora: “Reputo squallido che la procura di Firenze si preoccupi di infangare la memoria di Berlusconi ma non si occupi di garantire la legalità nella città che dai tempi dell’Istituto degli Innocenti accoglie i bambini, non li fa sparire per colpa del racket dell’abusivismo”.

Il leader di Iv poi riconosce il proprio plateale conflitto di interessi: “La Procura di Firenze si occupa d’infangare il Cavaliere ma non garantisce la legalità in città: lo vedremo quando la Consulta comunicherà le proprie decisioni, mi auguro il prima possibile. Ma proprio per questole mie vicende con il procuratore Turco le affronto nelle aule giudiziarie dove spero che egli venga penalmente condannato per falso”.

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