È stato convocato per il primo pomeriggio al ministero del Lavoro e della Politiche sociali il tavolo con le associazioni datoriali e sindacali sulle misure vigenti di tutela dai picchi di calore e sull’analisi e valutazione di eventuali nuove iniziative organiche. “Seguiamo con attenzione l’evolversi delle condizioni climatiche in Italia e i relativi impatti sui contesti lavorativi e produttivi: la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro sono priorità” ha dichiarato la ministra, Marina Calderone. Da giorni i sindacati chiedono interventi sulla materia viste le segnalazioni di criticità in costante aumento e i tragici casi dell’ultima settimana.

Mercoledì un operaio di 75 anni è morto in seguito ad un malore che lo ha colto nel cantiere per la realizzazione dell’hub logistico Amazon in Vallesina, in provincia di Ancona. Si tratta di un addetto ad una gru per conto di una ditta esterna, originario della Campania. Stando a quanto si è appreso, sarebbe stato sofferente di cuore. Nonostante età e problemi cardiaci sembra che l’uomo fosse dotato di certificazioni mediche per operare come gruista. Tra le ipotesi anche che il malore sia legato al caldo di questi giorni. “Ancora un operaio ucciso dal caldo, questa mattina alle 7.15 al cantiere Amazon di Jesi. Come mai un uomo di 75 anni, sofferente di cuore, è stato messo a manovrare una gru a queste temperature?”, si chiede il vicecapogruppo di Alleanza Verdi Sinistra alla Camera, Marco Grimaldi. Lunedì scorso ad essere stato stato stroncato dal caldo era stato Olindo Zuanon, 63 anni, panettiere nella frazione di Treville, provincia di Alessandria.

“L’urgenza di discutere e trovare soluzioni diventa impellente. Domani siamo stati convocati dalla Ministra sul tema ondate di calore su sollecitazione unitaria. Ma non basta! Serve un calendario fitto per affrontare con urgenza le tematiche più critiche”. Così Ivana Veronese, segretaria confederale Uil che aggiunge “Ora ci saranno indagini, colpe, responsabilità. Ma ogni giorno contiamo morti sul lavoro, per la colpevole omissione delle misure di sicurezza sui macchinari. Morti per cadute dall’alto, schiacciati, per il caldo e tanto altro ancora. Vite spezzate”.

Ieri l’Inail ha diffuso un messaggio per ricordare come “Le temperature eccezionalmente elevate (superiori a 35°), che impediscono lo svolgimento di fasi di lavoro in luoghi non proteggibili dal sole o che comportino l’utilizzo di materiali o lo svolgimento di lavorazioni che non sopportano il forte calore, possono costituire evento che può dare titolo alla Cassa integrazione ordinaria”. “Si chiarisce – si legge nel messaggio – che possono rilevare anche le cosiddette temperature percepite, ricavabili anch’esse dai bollettini meteo, quando le stesse siano superiori alla temperatura reale. Al ricorrere delle fattispecie sopra evidenziate, pertanto, possono costituire evento che dà titolo al trattamento di integrazione salariale temperature percepite superiori a 35° seppur la temperatura reale è inferiore al predetto valore.

Diversi studi hanno stabilito con una certa precisione il grado di correlazione tra caldo elevato ed incidenti sul lavoro. In particolare quando le temperature superano i 30°C, il rischio di incidenti sul lavoro aumenta del 5-7% e, quando le temperature superano i 38°C, gli incidenti sono tra il 10% e il 15% più probabili. Naturalmente i rischi sono particolarmente alti in settori come l’agricoltura, la logistica e l’edilizia.

Articolo Precedente

Cosa rimane dello smart working? Ecco le macro tendenze post pandemia

next
Articolo Successivo

Vigilanza, dopo l’articolo del Fatto e le proteste il colosso Battistolli rinuncia al contratto Ugl. “Per evitare un danno all’immagine”

next