Dopo il caso della cooperativa Servizi Fiduciari del gruppo Sicuritalia, un’altra azienda del settore sicurezza finisce sotto controllo giudiziario con l’accusa di sfruttamento dei lavoratori e caporalato. Si tratta della Mondialpol, gruppo della vigilanza privata con più di duemila dipendenti e duecento milioni di fatturato annuo. Il commissariamento è stato disposto con decreto d’urgenza da Paolo Storari, il pm di Milano che ha coordinato le indagini su Sicuritalia. A indagare stavolta è stato il Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Milano e si attende ora la convalida del decreto da parte del gip Domenico Santoro.

Le indagini, tuttora in corso, “stanno portando alla luce fenomeni di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, realizzati attraverso un assiduo sfruttamento dei dipendenti perpetrato, approfittando del loro stato di bisogno”, si legge nel comunicato della Procura di Milano. L’azienda “ha corrisposto al proprio personale retribuzioni ben al di sotto della soglia di povertà, sproporzionate rispetto alla quantità e qualità del lavoro prestato”. Il comunicato parla di una “situazione di illegalità aggravata dall’elevato numero di lavoratori coinvolti, nonché di concorrenza sleale posta in essere dalla società”, che ha portato il pm a disporre in via d’urgenza il controllo giudiziario, “con nomina di un amministratore giudiziario che avrà il compito di controllare il rispetto delle norme e delle condizioni lavorative la cui violazione costituisce indice di sfruttamento lavorativo e proceda alla regolarizzazione dei lavoratori al fine di impedire che le violazioni accertate si ripetano, adottando adeguate misure anche in difformità da quelle proposte dall’imprenditore”.

La Procura di Milano torna dunque a contestare l’applicazione di minimi salariali già dichiarati incompatibili con l’articolo 36 della Costituzione da diverse sentenze. Sono quelli previsti dal contratto Cgil-Cisl del 2013, il Servizi Fiduciari che al livello più applicato prevede appunto un trattamento economico orario di 5,49 euro lordi. Il contratto è ora in attesa di vedere perfezionato un rinnovo atteso da otto anni, che però aggiungerà appena 140 euro a buste paga da 950 euro lordi e l’aumento è dilazionato in tre anni. Uno dei tanti contratti con minimi orari ben al di sotto dei 9 euro lordi indicati dalle opposizioni in Parlamento come soglia minima per la proposta di legge sul salario minimo. Secondo l’Istat, sono oltre 3 milioni i lavoratori con retribuzioni orarie al di sotto dei 9 euro lordi, e tra gli operai si tratta di un lavoratore su quattro.

Ma non c’è solo il salario. Secondo le indagini, i lavoratori sarebbero stati minacciati di trasferimento qualora non accettassero le condizioni di lavoro imposte. Non una novità in un settore dove spesso si riscontrano doppi turni, decine di ore di straordinario che servono ad arrotondare le misere buste paga e finiscono per essere utilizzate come arma di ricatto contro i lavoratori. In particolare, dice il comunicato firmato dal procuratore Marcello Viola, “nelle province di Milano e Como sono in corso diverse perquisizioni nei confronti della società e delle persone fisiche con funzioni di responsabilità verso i lavoratori dipendenti coinvolti e si sta procedendo alla notifica dell’informazione di garanzia, oltre che per le responsabilità personali in ordine al reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, anche in terna di responsabilità amministrativa degli enti in relazione agli illeciti penali commessi dal management della società a vantaggio di quest’ultima”.

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