The Hammer è tornato. L’erba di Wimbledon riconsegna al mondo del tennis un ritrovato Matteo Berrettini: il 27enne romano con una sorprendente solidità ha spazzato via in tre set l’australiano Alex De Minaur, numero 17 al mondo e testa di serie numero 15. Dopo la vittoria nel derby durato tre giorni contro Lorenzo Sonego, Berrettini aveva subito di fronte un avversario contro il quale, ad oggi, partiva sfavorito. Invece ha chiuso la pratica in poco più di due ore con un netto 6-3, 6-4, 6-4. Forse due indizi non fanno ancora una prova e prima di celebrare la rinascita definitiva serve ancora qualche partita. Intanto però Berrettini, scivolato al numero 38 del mondo, è al terzo turno di Wimbledon, dove affronterà il tedesco Zverev. Un altro ex top ten che sta rientrando dopo un lungo infortunio.

Al contrario di Berrettini, non è riuscito a ribaltare il pronostico Lorenzo Musetti. Anzi, contro Hubert Hurkacz praticamente non c’è stata partita dopo il tie-break del primo set vinto 7-4 dal polacco. Gli altri due set sono scivolati via con un doppio 6-4. Il 21enne di Carrara, numero 16 al mondo, dopo i primi due match ottimi sull’erba londinese, ha patito le caratteristiche di Hurkacz, numero 18 nella classifica Atp, più adatte a questa superficie. Il polacco ha collezionato 16 ace e un 80% di punti con la prima: insomma, non ha mai perso il servizio e gli sono bastati due break tra secondo e terzo set per eliminare l’azzurro. Il loro era già un match di terzo turno: Hurkacz agli ottavi attende ora il vincente del match tra Wawrinka e Djokovic.

È la stessa partita che ha giocato anche Berrettini contro De Minaur: il martello azzurro ha messo a segno 13 ace, ma il dato veramente impressionante riguarda i punti vinti quando ha messo in campo la prima di servizio. Sono stati 50 su 57, l’88%. Praticamente l’australiano non ha mai avuto la possibilità di contendere il servizio al romano, tranne all’inizio del secondo set. Invece Berrettini ha saputo cogliere le occasioni per brekkare il rivale, una volta a set. Lo stretto necessario per portare a casa la partita, condita anche da 38 vincenti contro i miseri 16 di De Minaur.

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