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Parla il giornalista aggredito all’evento con Rita De Crescenzo: “Svenuto in una pozza di sangue”. Le parole di Antonello Lai

di Luca Guarneri

Da alcune ore sui social non si parla d’altro. Il tasto rec è attivo e tra TikTok e Instagram è un via vai di testimonianze riguardo l’aggressione che il giornalista Antonello Lai ha subito a Cagliari. Durante l’inaugurazione di un locale con Rita De Crescenzo come testimonial, Lai sarebbe stato aggredito senza un motivo preciso. Dopo aver tentato di avvicinare De Crescenzo per uno scambio di battute rapide, il giornalista sarebbe stato aggredito da parte della sicurezza. E se la tiktoker in un suo video ha affermato che Lai si sarebbe avvicinato a lei in modo aggressivo, le dinamiche restano confuse. L’unica certezza sono i segni dell’aggressione sul volto di Lai mostrati attraverso un suo selfie condiviso sui social.

Il giornalista, attraverso un’intervista a Fanpage, ha raccontato la sua versione dei fatti: “Rita De Crescenzo aveva un servizio d’ordine composto da cinque persone abbastanza grosse, si immagini cosa significhi superare cinque persone che fanno un cordone, con un telefonino in mano e la ressa che può esserci. Non vedo come potrei averla minimamente sfiorata”, ha raccontato Lai. Il giornalista ha inoltre ammesso che il “casotto” (come da lui stesso definito) sarebbe da attribuire da un battibecco avuto con la proprietaria del locale: “Lei asseriva io avessi fatto un’intervista entrando nel suo locale con l’atteggiamento di chi fa quello che vuole. Ma chiunque conosca quel locale sa perfettamente che se si mettesse a fare quello che vuole, finirebbe male”. La situazione sarebbe degenerata: “Io a un certo punto mi sono avvicinato alla titolare e ho detto: “Oh, adesso mi hai stancato”. Un gesto interpretato come di ribellione. Da qualche parte si è sentito chi ha iniziato a dire “l’ha toccata, l’ha toccata”. Ne è nato un caos”.

Il referto del pronto soccorso indica 30 giorni di prognosi, un trauma cranico, una frattura al naso e lussazioni varie (probabilmente alle costole). “Tutti mi hanno consigliato di denunciare”, ha fatto sapere senza tanti giri di parole Lai. Nonostante il pensiero fisso di essere stato aggredito dagli uomini della sicurezza, un dubbio ancora attanaglia Antonello Lai : “Qualcuno era dietro di me, mi tirava i capelli e mi dava colpi, qualcuno mi ha detto fosse la figlia della proprietaria, ma non posso dirlo per certo.

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