Chiusura del Cremlino: “Non ci sono le condizioni per risolvere la situazione in Ucraina attraverso mezzi politici e diplomatici e quindi la Russia continuerà la sua operazione militare speciale”. Ma intesa a sorpresa con il Patriarca di Mosca Kirill: “Le Chiese possono lavorare insieme per servire la causa della pace e della giustizia”. È il risultato ottenuto dal cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana e arcivescovo di Bologna, inviato da Papa Francesco prima a Kiev e poi a Mosca per una difficilissima missione di pace. Annunciando la seconda tappa del porporato, ovvero quella in Russia, il Vaticano aveva precisato che lo “scopo principale dell’iniziativa è incoraggiare gesti di umanità, che possano contribuire a favorire una soluzione alla tragica situazione attuale e trovare vie per raggiungere una giusta pace”. Il riferimento era al rientro in Patria dei bambini deportati in Russia. Missione chiesta direttamente dal presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, a Bergoglio nell’udienza privata svoltasi in Vaticano il 13 maggio 2023. Ma era evidente che il viaggio di Zuppi a Mosca voleva anche rinsaldare i rapporti tra la Chiesa cattolica e il Patriarcato ortodosso che, proprio a causa della guerra in Ucraina, erano diventati molto tesi. Kirill, infatti, ha sempre sostenuto e giustificato il conflitto, tanto da essere definito ripetutamente da Francesco un “chierichetto di Putin”. Tensioni che hanno causato più volte il rinvio del secondo incontro tra il Papa e il Patriarca dopo quello davvero storico del 12 febbraio 2016 a L’Avana, quasi mille anni dopo il grande scisma del 1054 nel cristianesimo tra la Chiesa cattolica d’Occidente e quella ortodossa d’Oriente.

Il vertice tra Kirill e Zuppi è stato abbastanza cordiale. “Il cardinale – ha affermato il Patriarca all’inizio del colloquio – è accompagnato da fratelli che conosco bene”. E ha aggiunto: “Apprezziamo che Sua Santità l’abbia inviata a Mosca. Lei è a capo di una delle più grandi metropoli in Italia ed è un famoso arcivescovo che sta portando avanti un importante servizio per la sua gente”. Kirill, poi, si è detto convinto che “è importante che tutte le forze del mondo si uniscano per prevenire un grande conflitto armato”. Da parte sua, il porporato ha confermato che “il Papa voleva davvero che incontrassi il Patriarca Kirill per conoscere la sua opinione sulla situazione in cui ci troviamo e su un possibile incontro con lui”. Era presente anche il metropolita Antonij di Volokolamsk, presidente del Dipartimento degli affari esterni del Patriarcato di Mosca, ricevuto da Francesco nella sua residenza, Casa Santa Marta, poche ore dopo le dimissioni dal Policlinico Gemelli, il 16 giugno 2023. Fu proprio durante quella lunga udienza che Bergoglio pianificò il vertice tra Kirill e Zuppi, comunicando telefonicamente al porporato i temi da trattare.

Non era scontato, invece, che il cardinale fosse ricevuto da un esponente del governo russo. L’incontro con il consigliere per la politica estera del Cremlino, Yuri Ushakov, è stato comunque un segno di grande rispetto verso il Pontefice. Ciò nonostante, almeno per il momento, non ci siano margini per un accordo di pace, anche se la porta del dialogo rimane aperta. Aspetto, quest’ultimo, tutt’altro che da sottovalutare. “È stato – ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov – uno scambio di vedute e informazioni su questioni umanitarie nel contesto della situazione ucraina. Non ci sono decisioni specifiche o accordi. Se necessario, il dialogo continuerà”. Soddisfazione è stata registrata anche da monsignor Paolo Pezzi, arcivescovo di Mosca e presidente dei vescovi cattolici russi: “L’incontro del cardinale con Ushakov si è svolto in un’atmosfera positiva. L’argomento principale sono stati i problemi umanitari legati ai rifugiati, compresi i minori”.

Fondamentale, proprio su questo tema, è stato il colloquio con la commissaria russa per i diritti dei bambini, Maria Lvova-Belova. La donna, tra l’altro, è oggetto, insieme con il presidente Vladimir Putin, di un ordine di arresto della Corte penale internazionale con l’accusa di deportazione di bambini dall’Ucraina. Accusa che la funzionaria respinge. “Svolgiamo il nostro lavoro – ha spiegato la commissaria a Zuppi – in modo aperto e coerente. Sono sicura che l’amore e la misericordia cristiani aiuteranno nel dialogo e nella comprensione reciproca”. Al termine della sua missione, il cardinale ha presieduto la messa della solennità dei santi Pietro e Paolo nella Cattedrale di Mosca dedicata alla Madre di Dio, rivolgendosi ai presenti anche in russo. Il porporato, ha spiegato il nunzio apostolico in Russia e Uzbekistan, l’arcivescovo Giovanni D’Aniello, ha portato “il saluto, la vicinanza e le preghiere del Santo Padre e di tutta la comunità cattolica”, invocando soprattutto il dono della pace. Il diplomatico vaticano, inoltre, ha evidenziato che “la missione che il Papa ha affidato al cardinale Zuppi è di individuare e incoraggiare iniziative umanitarie che permettano di iniziare un cammino che, speriamo, possa portare alla tanto desiderata pace”. Rientrato a Roma, il presidente della Cei riferirà ovviamente a Bergoglio che valuterà, insieme con la Segreteria di Stato vaticana, gli ulteriori passi da fare per consolidare i risultati finora raggiunti, soprattutto con gli ortodossi.

Parallelamente, Francesco ha incontrato a Casa Santa Marta le mogli di diciotto ambasciatori ucraini in missione nel mondo. “La guerra è sempre una sconfitta”, ha ribadito Bergoglio che è tornato a stigmatizzare l’orrore dei conflitti, a cominciare da quello in Ucraina. Il Papa ha ricordato che, quando aveva undici anni, ha “imparato a servire messa in ucraino da un cappellano che era a Buenos Aires. Poi questo cappellano è stato chiamato a Roma e lo hanno fatto vescovo”. Le donne, accompagnate dall’ambasciatore ucraino presso la Santa Sede, Andrii Yurash, hanno partecipato anche all’udienza generale del 28 giugno in piazza San Pietro e alla messa della solennità dei patroni di Roma presieduta da Francesco nella Basilica Vaticana. Subito dopo la celebrazione, all’Angelus il Papa ha invitato i fedeli a “non stancarci di pregare per la pace, specialmente per il popolo ucraino, che è ogni giorno nel mio cuore”.

Twitter: @FrancescoGrana

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