Cultura

Nuovo concorso per i direttori dei musei: ecco come cambierà la geografia museale italiana

di Marco Ferri

Alla fine ce l’hanno fatta. Qualche giorno fa è stato finalmente reso pubblico il bando per il concorso alla direzione di dieci musei statali italiani, che in qualche caso non sono singole unità museali bensì dei mini-poli, aggregati per i più svariati motivi. Era atteso sin dalla fine di marzo, ma probabilmente la messa a regime da un punto di vista legale ha richiesto più tempo, in quanto andavano evitate occasioni di ricorso per quei direttori che avrebbero preferito rimanere al loro posto per altri quattro anni. E magari anche oltre.

Infatti i più disattenti hanno compreso che gli avvicendamenti dei direttori di musei saranno presto una realtà, solo al momento del varo del bando, dimostrando che la speranza è sempre stata l’ultima a morire. Ma a tutt’oggi una legge che permettesse alla stessa persona un terzo quadriennio alla guida di un determinato museo autonomo statale non esiste. Quindi i cambi dirigenziali entro la fine dell’anno saranno cosa fatta. E non è detto che sia un male. Anzi.

I primi musei interessati al cambio del vertice sono dieci: quattro risultano di prima fascia, cioè con i direttori nominati direttamente dal Ministro: Pinacoteca di Brera (Milano), Museo e Real Bosco di Capodimonte (Napoli), Gallerie degli Uffizi (Firenze) e Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea (Roma); altri sei sono invece di seconda fascia (i direttori li nomina il Direttore generale dei Musei del MiC) e sono: Gallerie Estensi (Modena), Museo Archeologico Nazionale di Taranto, Gallerie Nazionali di Arte Antica (Roma), Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, Galleria Nazionale dell’Umbria (Perugia), Museo Nazionale d’Abruzzo (L’Aquila).

Entro il prossimo 14 luglio i candidati dovranno presentare la domanda, producendo la necessaria documentazione ben consapevoli che l’ammissione è legata anche a dei parametri specifici riguardanti, tra le altre cose, il ruolo da dirigente svolto in passato e, per i new entry stranieri, il possesso del livello B2 di conoscenza della lingua italiana. Da segnalare che nella lista dei musei statali i cui vertici sono interessati al concorso, mancano il Museo archeologico Nazionale di Napoli e i Musei del Bargello di Firenze, che diverranno entrambi di prima fascia. Anzi, per il Bargello (che comprende anche le Cappelle Medicee, il Museo di Orsanmichele e le due case-museo di Palazzo Davanzati e Martelli) si tratterà di un accorpamento con la Galleria dell’Accademia – la casa del David – nel nome di Michelangelo Buonarroti.

Insomma una cambio notevole nella geografia museale italiana. E le candidature? Ovviamente impazza già il toto-direttore e gli Uffizi rappresentano già il museo più desiderato dei candidati-dirigenti. Tra coloro che hanno già ammesso di volerci provare ci sono già l’attuale Direttore del Polo Regionale della Toscana, Stefano Casciu, così come il Direttore del Museo Novecento di Firenze, Sergio Risaliti; ma non possiamo escludere che possano essere in lizza anche Paolo Giulierini, che ha fatto molto bene all’Archeologico di Napoli (tanto da valere una promozione al museo) e Marco Pierini, che ha diretto con soddisfazione la Galleria Nazionale dell’Umbria.

Tra i dirigenti “in uscita” dalle sedi museali attuali – e sempre ammesso che vogliano proseguire la carriera dirigenziale in un’altra sede – vi è Eike Schmidt che dopo gli Uffizi potrebbe tentare la scalata al neo-polo michelangiolesco di Galleria dell’Accademia+Bargello di Firenze oppure di tentare la carta dell’Accademia di Brera, tutti musei che gli permetterebbero di rimanere dirigente di prima fascia; vi è poi l’attuale dirigente del Bargello, Paola D’Agostino, che probabilmente proverebbe a tornare nella sua Napoli tentando la scalata sia al Museo di Capodimonte, sia all’Archeologico. Giuseppe Malacrino lascerà l’Archeologico di Reggio Calabria – la casa dei Bronzi di Riace – forte di un risultato importante nel museo che lui stesso ha definito «un gioiellino», per candidarsi ad altre avventure museali, allo stesso tempo entro l’anno si colmerà il vuoto lasciato alla fine del 2022 da Eva degl’Innocenti al Museo Archeologico di Taranto, per spostarsi a Bologna. Insomma, a 25 giorni dalla data di scadenza di presentazione delle domande tutti gli scenari sono più che aperti.

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