Era stato nominato da Totò Cuffaro responsabile della Dc per i rapporti con i partiti e le forze sociali. Agostino Genova, medico dell’Asp e anche assessore comunale a Partinico, è stato arrestato oggi con l’accusa di avere gestito pratiche di invalidità in cambio di soldi. Tanti soldi: “Minchia, l’altro giorno ho fatto i conti… lo sai quanto ti ho dato? … Novecentomila euro”, così parlava con Genova, Rosario Camalleri, medico dell’Inps, anche lui indagato, considerato dagli inquirenti complice del medico-politico della Dc Nuova. Un uomo lodato da Cuffaro: “L’esperienza politica, personale e professionale di Agostino Genova, è un valore aggiunto per il partito. Siamo consapevoli che riuscirà a dare un importante contributo per la crescita del partito”, aveva detto l’ex presidente della Regione annunciando lo scorso settembre la nomina di Genova, che nel giugno precedente era stato anche candidato della Dc di Cuffaro al consiglio comunale di Palermo. Stamattina, durante la perquisizione delle Fiamme gialle, sono stati trovati in casa del medico, accusato di corruzione e falso, decine di migliaia di euro in contanti e orologi di valore tra cui diversi Rolex. Mentre nel garage di casa era custodita una Porsche.

Secondo le indagini della Guardia di Finanza, coordinate dal procuratore capo Maurizio de Lucia, e dall’aggiunto Sergio Demontis, Genova, dirigente dell’Asp di Palermo, avrebbe accelerato le pratiche per il riconoscimento di invalidità civile o cecità o fatto avere i benefici assistenziali a chi non ne aveva i requisiti, in cambio di soldi e regali. Con lui sono state arrestate altre 5 persone, tra cui Camalleri, e altri intermediari: Tiziana Guadalupi, Calogero Randazzo, rappresentante di un Caf di San Giuseppe Jato, Pietra Di Fiore e Carlos Battaglia. Tutti intermediari tra il pubblico ufficiale e i soggetti richiedenti i benefici assistenziali.

“Chi te l’ha fatto vincere l’accompagnamento? Il medico e l’avvocato… è giusto…? Il medico e l’avvocato”. Così il medico dell’Asp chiedeva a una donna a cui aveva fatto avere l’indennità di accompagnamento di saldare il suo conto: 4mila euro. Poi la minacciava di farle togliere l’assegno dal dottore: “Vabbè ora poi te la vedi … che te la fa togliere il dottore… andiamo. Te la fa levare… te la fa togliere … l’accompagnamento e non ne prendi più”. La conversazione è tra quelle intercettate e riportate nella misura cautelare con cui il gip ha disposto i domiciliari per il pubblico ufficiale e altre 5 persone. Le intercettazioni sono state fondamentali per portare alla luce il sistema di corruzione messo in campo da Genova: “Non trovo un braccialetto“, questa era la frase in codice usata da Genova con il gioielliere Vincenzo Caccamo, mentre si incontrano per parlare della pratica di riconoscimento dell’invalidità civile per la madre di Caccamo, Elisabetta Santoro. Il medico consulta, con il proprio Spid, la pratica e dice di non riuscire a trovare un braccialetto. “Glielo faccio avere io dottore”, risponde il gioielliere. Nella stanza arriva poi un geriatra a cui Agostino chiede di visitare tempestivamente l’anziana. Genova parla, inoltre, al gioielliere della sua candidatura al consiglio comunale e l’altro risponde proponendogli un massaggio “con la ragazza più bella”, in un centro Spa del nipote, si premurava di informarlo che insieme al certificato gli avrebbe portato un braccialetto: “Io devo venire per portarti sto certificato… e ti porto un braccialetto… non in questo momento”. Con “incredibile solerzia”, Genova telefonava prenotando una visita geriatrica a domicilio per l’indomani, per una relazione invalidistica, riferendo poi a Caccamo di volere investire il denaro liquido (“almeno centomila euro si devono muovere…”), e senza effettuaee un bonifico, in lingotti d’oro e soprattutto senza rischi di controlli o di contestazioni da parte della Guardia di Finanza: “E la Finanza te la può sucare… nel senso tu prendi soldi… la Finanza ti può venire a dire ma lei come fa a comprare? Te lo può venire a chiedere?”.

Quindi i due decidono di vedersi il venerdì successivo, dopo la chiusura della pratica. Il successivo 22 aprile, non sapendo di essere intercettato, Genova racconta a un amico “ieri già ho chiuso una pratica con Piero Caccamo quello della parruccheria che c’è in viale Strasburgo che è famosa…. suo fratello… io piccioli non ne prendo ma mi regalarono questo ieri (riferendosi al bracciale ndr)”. Il giorno successivo, infine, il pubblico ufficiale avverte il gioielliere che sta per completare la pratica della madre. “Sto cercando di fare la pratica di tua mamma. Così mi levo il pensiero”.

*Foto dalla pagina Facebook di Agostino Genova

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