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Gemitaiz sulla morte di Silvio Berlusconi: “Alleluja. Con lui privatizzazioni e mercificazione della donna. Non lo piangeremo”. Poi si scusa

Il rapper romano dice la sua sulla morte dell'ex premier e viene criticato. Poi torna sui social e spiega: "Sicuramente sono stato impulsivo e indelicato nella mia storia di ieri e me ne dispiaccio. È stata un’uscita che voleva essere sarcastica ma riflettendoci è stata insensibile, al di là di quale sia la mia posizione". E Fabrizio Corona lo attacca

di Paolo Aruffo

Più di 2.3 milioni di ascoltatori mensili su Spotify, 1.4 milioni di follower su Instagram e tanta musica. Lui è Davide De Luca, in arte Gemitaiz. Rapper e produttore romano di successo. “Non siete d’accordo? Unfollowate pure (togliete il ‘follow’, il ‘segui’ alla pagina, ndr). Non lo trovate carino? Unfollowate pure. La libertà d’espressione è ancora in vigore. Il buonismo da 3 euro qui non lo troverete“. A parlare così, come riportato anche da RollingStone, è stato proprio Gemitaiz, nel giorno della morte di Silvio Berlusconi, che si è spento lo scorso 12 giugno all’ospedale San Raffaele di Milano. Il cantante, appena venuto a sapere della notizia, l’ha ricondivisa su Instagram, aggiungendo: “Alleluja”. Quindi ha scritto: “Nel giorno della sua morte, politici e giornali parleranno di lui come di uno statista, di un esempio di grande imprenditore, di uomo al servizio dello Stato. Noi però ricordiamo bene cosa ha rappresentato Silvio Berlusconi: uno dei ventenni promotori negli ultimi 30 anni delle peggiori politiche antipopolari, di guerre, privatizzazioni, liberalizzazioni e tagli alla spesa sociale. Tra gli uomini più ricchi del nostro paese, con le sue imprese si è arricchito sulle spalle dei lavoratori e a spese della collettività, costruendo sul potere mediatico il proprio consenso politico e facendosi portatore di una cultura del carrierismo fondata sull’individualismo più sfrenato e sulla mercificazione della donna. Membro della loggia P2 e anticomunista viscerale, ha dedicato la sua carriera politica allo smantellamento delle conquiste del movimento operaio”. “Un ‘curriculum’ fatto quindi di sfruttamento, leggi ad personam, accuse di corruzione, evasione fiscale, rapporti con la criminalità organizzata e lotta contro i diritti e le condizioni di vita degli strati popolari. Non lo piangeremo – ha scritto il cantante -. Non perderò tempo a rispondere a nessuno“.

Neanche a dirlo, in molti lo hanno criticato: chi per i contenuti, chi per la tempistica. Tra questi anche Fabrizio Corona. “Sei un povero cog**one frustrato infelice e insoddisfatto della tua vita di me**a… Vuota come la tua testa. Rip”, ha scritto l’ex re dei paparazzi, che si fa sempre riconoscere per i toni pacati e civili. Quindi, nella serata di ieri 13 giugno, Gemitaiz è tornato sulla questione e, rispondendo alle critiche di alcuni sui social, ha scritto: “Sicuramente sono stato impulsivo e indelicato nella mia storia di ieri e me ne dispiaccio. È stata un’uscita che voleva essere sarcastica ma riflettendoci è stata insensibile, al di là di quale sia la mia posizione. E me ne dispiaccio. Ci tengo anche a dire che non era certo mio interesse essere al centro dell’attenzione mediatica, a volte dimentico di essere un personaggio pubblico e mi scordo di mettere i filtri nel comunicare. In ogni caso accetto le conseguenze delle mie azioni qualunque esse siano, come è giusto che sia“. Infine ha concluso così: “Ovviamente il mio peccare di insensibilità e il pessimo tempismo della mia affermazione non cancellano il disprezzo che provo per tutto quello di cui è stato artefice e partecipe. Non cancella l’efferatezza e la mancanza di sensibilità totale che ha avuto nei confronti di chi è stata una sua vittima. So che non ve ne frega un ca**o ma va chiarito“.

Gemitaiz sulla morte di Silvio Berlusconi: “Alleluja. Con lui privatizzazioni e mercificazione della donna. Non lo piangeremo”. Poi si scusa
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