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Cronaca

Ultimo aggiornamento: 10:12 del 22 Maggio 2023

“Vedete che è la crisi climatica a imbrattare le città?”. Le voci dei giovani ambientalisti che spalano il fango. “La Russa e Mentana, venite anche voi qui”

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Lasciati alle spalle i giorni della paura, i romagnoli stanno scendendo nelle strade per tamponare i danni con lo slancio solidale che contraddistingue tutti i ‘day after’ dei flagelli che, sempre più spesso, colpiscono l’Italia. “In pochi giorni 15mila persone hanno dovuto lasciare le proprie case, abbiamo pianto 14 vittime – prova a fare il punto, in mezzo al fango che ha travolto la propria casa, Melissa Ferraro, attivista climatica di Faenza – eppure c’è chi vorrebbe ridurre tutto questo a un fatto eccezionale. Per noi queste sono vittime climatiche e questo è purtroppo solo l’anticipo di quello che da anni denunciamo con le nostre azioni nonviolente”. Sono gli ambientalisti radicali di Extinction Rebellion e di Ultima Generazione, in mezzo agli altri abitanti solidali dei territori devastati dall’intensità e dalla vastità dell’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna. “La Russa e Mentana, in rappresentanza di una certa politica e una certa informazione – rilancia Angelo Aniello, che per blocco stradale e altre azioni di disobbedienza civile dovrà affrontare dei processi – provano a contrapporre fantomatici ‘ambientalisti buoni’, che denunciano con la tastiera senza infastidire nessuno, a chi prova ogni giorno a sensibilizzare su quello che va dicendo la comunità scientifica da decenni con azioni dirette nonviolente. Dicono che dovremmo spalare il fango anziché protestare, continueremo a fare entrambe le cose: intervenire a sostegno delle vittime dei disastri e denunciarne le cause. Crediamo sia necessario rilanciare le azioni contro chi contribuisce a perpetuare questa crisi climatica: investendo sul fossile, ritardando la transizione energetica, limitandosi greenwashing e favori alle compagnie petrolifere”.

Lontano dallo stereotipo degli “angeli del fango”, utile a depoliticizzare l’intervento solidale di tanti giovani cittadini e utilizzato dall’alluvione di Firenze a quelle di Genova, fino a oggi in Emilia-Romagna, gli attivisti climatici sono giovani che tengono insieme impegno ambientale e sociale. “Chi si indigna per l’imbrattamento simbolico e temporaneo di opere d’arte guardi adesso l’imbrattamento causato dall’emergenza climatica – commentano mentre spalano fango nelle case di via Pelacano, a Forlì, i portavoce del movimento locale di Fridays for Future Giacomo Zattini e Agnese Casadei – non può indignare più l’azione di Ultima Generazione davanti al Senato rispetto alla totale inazione e indifferenza del Governo sulla necessaria e urgente questione ambientale”.

Osservando anche solo una piccola parte del territorio colpito, camminando per le strade devastate di Faenza, Forlì e Cesena, colpisce non solo l’intensità del ciclone che ha colpito le zone alluvionate, ma anche la sua vastità: “Non è questione di argini ai fiumi – dice a ilFattoQuotidiano.it Enzo Lattuca, sindaco di Cesena – noi ad esempio avevamo gli argini a posto e hanno tenuto, è proprio il quantitativo d’acqua piovuto in pochi giorni, pari a quello atteso in sei mesi, che era tale da tracimare e travolgere tutto. È chiaro che siamo di fronte a un’emergenza climatica e come tale va considerata, non limitandosi a tamponare gli effetti ma ripensando completamente le nostre città e il modo di gestire fenomeni diffusi che si teme possano essere in futuro più frequenti e intensi, rendendo obsoleti argini e criteri usati in precedenza”.

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