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Mette incinta una minore di 14 anni: 19enne accusato di violenza sessuale. Ma al processo si presentano con la figlia: “Siamo una famiglia”

Mette incinta una minore di 14 anni: 19enne accusato di violenza sessuale. Ma al processo si presentano con la figlia: “Siamo una famiglia”
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Si sono presentati davanti al giudice del Tribunale di Mantova mano nella mano, con la figlia in braccio e tutta la famiglia al seguito: lui poco più che ventenne, lei 15enne. Lui, però, è sotto processo aver compiuto – da maggiorenne – atti sessuali illeciti nei confronti della ragazza, allora 13enne. I fatti risalgono al 2021, quando l’imputato, allora 19enne, e la ragazza avevano iniziato una relazione nata dalla frequentazione delle rispettive famiglie, amiche da diversi anni. All’epoca lei frequentava le scuole medie e quando rimase incinta furono i suoi i professori a segnalare l’accaduto ai servizi sociali. La pre-adolescente fu ascoltata dai carabinieri, sostenendo di non essere stata vittima di abusi e che quella col ragazzo fosse una vera storia d’amore. Nonostante ciò, a carico del giovane è stato comunque aperto un fascicolo: in base all’articolo 609-quater del codice penale, infatti, un maggiorenne che compie atti sessuali con una persona minore di 14 anni è punibile in ogni caso con le pene previste per la violenza sessuale (da sei a 12 anni di carcere, diminuibili fino a due terzi nei casi di minore gravità).

Così, martedì 16 maggio, i due si sono presentati insieme all’udienza preliminare (che è stata rinviata a ottobre), con al seguito la figlia, nata nel frattempo, che adesso ha un anno. La coppia convive nell’abitazione dei genitori del 19enne, nel Mantovano. “A sconfessare la violenza è stato lo stesso atteggiamento dei ragazzi, mano nella mano. Una situazione molto tenera che dimostra come siano innamoratissimi e compongano una famiglia molto unita”, ha detto il legale del ragazzo, l’avvocato Giovanni Gasparini. “Questa è una vicenda molto particolare. La legge stabilisce dei limiti al di qua dei quali si pone l’illiceità. Questi imiti, però, devono essere precisi e determinanti. Ma questo solco dell’illiceità è difficile da stabilire. Spetta a noi avvocati fare emergere la peculiarità del caso e distinguere tra fattispecie penale astratta e realtà. Se il fatto fosse avvenuto solo otto mesi dopo la ragazza avrebbe avuto 14 anni e sarebbe stato lecito”.

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