Mercoledì 17 maggio finalmente, dopo svariati annunci, la Giunta di Roma Capitale ha approvato il “Piano straordinario per il diritto all’abitare”, un titolo accattivante e impegnativo. Sempre mercoledì 17 il Piano è stato presentato in una affollata conferenza stampa dal Sindaco Roberto Gualtieri, l’assessore al Patrimonio e alle Politiche Abitative, Tobia Zevi e il Presidente della Commissione patrimonio, Yuri Trombetti.

Il Piano straordinario per il diritto all’abitare, a detta di Sindaco e Assessore, ha l’obiettivo di rafforzare le politiche dell’Amministrazione comunale per garantire il diritto all’abitare e consentire, in particolare alle famiglie in graduatoria, l’accesso ad un alloggio di edilizia residenziale pubblica a canone sociale. L’obiettivo prioritario del Piano è individuare le azioni necessarie a soddisfare entro il 2026 i bisogni abitativi dei circa 3.000 nuclei in graduatoria che si trovano in situazione di maggiore fragilità. A tale fine il Comune di Roma punta allo scorrimento delle liste attraverso l’acquisto di nuovi alloggi, nonché alla velocizzazione delle procedure di recupero e assegnazione e all’aggiornamento digitale della graduatoria, e attraverso il recupero e l’autorecupero di immobili inutilizzati.

I dati forniti dal Comune sulla precarietà abitativa sono agghiaccianti. Secondo i dati del Comune a Roma ci sono circa 150 mila persone in difficoltà abitativa, di queste 40 mila persone (14.000 famiglie) in graduatoria per un alloggio popolare, e circa un quarto di queste è in emergenza. Altre 15-17 mila persone vivono in case occupate, altre 15 mila sono sotto sfratto. Ci sono poi 45 mila beneficiari del contributo affitto, altre 5 mila persone vivono nei campi rom, 1.500 nei residence, 10 mila risultano invece senza fissa dimora.

Il corposo documento complessivamente delinea quattro linee di intervento: 1) il reperimento di alloggi per incrementare l’offerta di abitazioni di edilizia residenziale pubblica; 2) il rafforzamento dei programmi di recupero del patrimonio edilizio e dei progetti di autorecupero; 3) la revisione delle misure di welfare abitativo; 4) l’istituzione dell’Osservatorio della condizione abitativa a Roma e dell’Agenzia sociale per l’abitare.

Con tutta evidenza si tratta di un piano ambizioso che qualora attuato porrebbe Roma Capitale all’avanguardia in Italia.

L’approvazione in Giunta del Piano straordinario avvia il percorso per l’approvazione definitiva, prima nelle commissioni consiliari, in particolare la VII Commissione Patrimonio, poi in Consiglio comunale, dove da parte delle opposizioni sono già partite bordate contro le previsioni del Piano di rigenerazione urbana di immobili occupati; oltretutto programmi finanziati da fondi del Pnrr come per Porto Fluviale e/o ipotesi di acquisizione per programmi di rigenerazione del Maam e di Spin Time: due esperienze che hanno un alto valore simbolico.

Appare ora prioritario che il Piano straordinario arrivi presto alla sua approvazione definitiva e all’avvio di tutti gli atti attuativi. Ad oggi quindi il Piano per ora è una cornice interessante che potrebbe davvero rappresentare una vera svolta. Ma ci sono ancora troppi chiaroscuri.

Durante la conferenza stampa ho apprezzato la lodevole volontà espressa dal Sindaco Gualtieri e dall’Assessore Zevi, ma purtroppo non basta la sola volontà. Infatti ad oggi non vi è certezza di finanziamenti pluriennali, essendo questi legati alla capacità di spesa da parte del Comune. Le risorse disponibili restano i 220 milioni di euro già stanziati nel 2022, di questi ad oggi sono impegnati circa 15 milioni di euro per acquisto dei noti 120 alloggi Inps, non ancora rogitati e quindi ancora non assegnabili. Il Comune annuncia ulteriori acquisti di centinaia di alloggi da enti, ma questo significherebbe utilizzare i restanti 205 milioni di euro entro il 2023, cosa che ovviamente auspichiamo, perché questo porterebbe il comune ad avere una disponibilità di centinaia di appartamenti e poter procedere a un ulteriore finanziamento per il 2024 di uguale entità di quello del 2022.

Sul welfare abitativo, tutto da discutere, non ci sono ancora soldi e i tempi ad oggi non sono certi: su questo intervento pesa la spada di Damocle dell’azzeramento da parte del governo Meloni dei fondi contributo affitto e morosità incolpevole. Sugli sfratti sarebbe bene che il comune riprendesse le fila di un dialogo con il Prefetto per un protocollo per una gestione sostenibile degli sfratti.

Insomma sulla carta apprezzabile l’impegno dell’Amministrazione di Roma Capitale, ma ora arriva il bello, ovvero la sua approvazione in Consiglio comunale e soprattutto l’avvio di tutti gli atti per la sua attuazione.

Non è un caso che l’Unione Inquilini di Roma, pur esprimendo un giudizio positivo sulla approvazione in Giunta del Piano straordinario per l’abitare, loabbia descritto come una “tela bianca con una bellissima cornice”. L’augurio è che quella tela, ora ancora bianca e per ora solo racchiusa in una bella cornice, sia dipinta a tinte forti con i colori del diritto alla casa. Un auspicio soprattutto per rispondere alle decine di migliaia di romani in precarietà abitativa. E’ il caso di dire: Forza Roma Capitale!

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