Due anni e otto mesi di carcere a testa e interdizione dai pubblici uffici. Il gup di Salerno ha condannato per corruzione in atti giudiziari l’ex giudice della Corte d’appello di Catanzaro Marco Petrini e l’avvocato Marcello Manna, sindaco di Rende. Nonostante siano state riconosciute le attenuanti generiche ed esclusa l’aggravante mafiosa, entrambi gli imputati sono stati giudicati colpevoli al termine del processo celebrato con il rito abbreviato. I pm di Salerno, guidati dal procuratore Giuseppe Borrelli, avevano chiesto una pena più severa: otto anni per Petrini e sei anni per Manna che, stando all’impianto accusatorio, ha comprato l’assoluzione del boss Francesco Patitucci, esponente di spicco della cosca Lanzino-Rua di Cosenza, accusato di un omicidio di mafia avvenuto nel gennaio del 2012.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, infatti, il 30 maggio 2019 Manna ha consegnato a Petrini cinquemila euro in contanti all’interno una busta contenuta in una cartellina da studio, data al giudice nel suo ufficio. In cambio, afferma l’accusa, Petrini ha alterato “la dialettica processuale inquinando, metodologicamente, l’iter decisionale della Corte d’assise d’appello da lui presieduta” emettendo una sentenza di assoluzione nei confronti di Patitucci, difeso da Manna e condannato in primo grado a trent’anni di reclusione con rito abbreviato per concorso nell’omicidio di Luca Bruni, commesso a Castrolibero. Per la Direzione distrettuale antimafia di Salerno, quella sentenza è stata “contaminata in radice dagli eventi corruttivi”.

Tra i due non sarebbero passati solo soldi in cambio di processi “sistemati”: a sua volta, infatti, Petrini è accusato di aver sollecitato Manna a intervenire in favore di un giovane regista di Lamezia Terme, cugino della moglie, presso Giuseppe Citrigno, presidente della Calabria Film Commission, per l’attribuzione di un contributo, previsto dal bando di gennaio 2019, “per l’attrazione e il sostegno di produzioni audiovisive e cinematografiche nazionali e internazionali nel territorio della Regione Calabria”. Contributo che fu erogato dopo la stipula di una convenzione dell’ottobre 2019.

Con una nota, l’avvocato Nicola Carratelli, difensore di Manna, ha annunciato appello avverso quello che definisce “un evidente e grave errore giudiziario”. Il legale sostiene di aver “appreso con vivo stupore e rincrescimento della sentenza del gup, avendo esposto e dimostrato documentalmente plurime ragioni per le quali l’ipotesi accusatoria non poteva affatto essere ritenuta fondata. La decisione del gup, che ha notevolmente ridimensionato le richieste di condanna del pm, è evidentemente frutto di una considerazione della vicenda protesa verso le tesi accusatorie, peraltro in maniera illogica e contraddittoria perché nei confronti di coloro che dovevano essere concorrenti nel reato, ossia l’avvocato Gullo e lo stesso Patitucci, la Procura di Salerno aveva richiesto ed ottenuto decreto di archiviazione”, è scritto nel comunicato.

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