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Morto Gioacchino Maviglia, il maestro che trasformò l’aula in una fiera delle meraviglie. Collaborò a lungo col pedagogista Mario Lodi

Morto Gioacchino Maviglia, il maestro che trasformò l’aula in una fiera delle meraviglie. Collaborò a lungo col pedagogista Mario Lodi
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“Ci ha lasciato Gioacchino Maviglia, grande maestro dotato di una profonda preparazione professionale e di una straordinaria capacità di stare con i bambini e di saperli ascoltare”. A salutare così il maestro di Cassano d’Adda è la Casa delle Arti e del Gioco ideata da Mario Lodi e ancora oggi presieduta dalla figlia. Chi conosce il mondo dell’istruzione, oggi si è svegliato con una brutta sorpresa: la morte di un testimone della scuola che ha lasciato il segno nella didattica.

A comunicare la scomparsa di Maviglia è stato il figlio Roberto, ex sindaco di Cassano: “Questa notte nostro papà ci ha lasciati – ha scritto su facebook – E’ stato un insegnante, un padre, un marito, un nonno. Per noi è stato un esempio di impegno, onestà, rettitudine, correttezza, sobrietà, umiltà ed educazione. Ha vissuto il suo lavoro come una vera missione. Voleva una scuola diversa, nuova, rinnovata e moderna, in cui i bambini e le bambine, quelli che lui definiva ‘i suoi veri datori di lavoro’, non fossero dei contenitori da riempire di nozioni, ma persone ciascuna con una sua personalità, con delle capacità e dei talenti che la scuola doveva saper cogliere e valorizzare”.

Maviglia, 87 anni, era nato ad Africo, in Calabria, e aveva iniziato a lavorare in un mondo diverso da quello dei bambini, facendo il capostazione. Trasferito in Lombardia, aveva fatto tesoro dei suoi studi magistrali iniziando a insegnare nella scuola elementare di Vaprio d’Adda dove è rimasto otto anni prima di andare nella vicina Groppello. Ed è proprio in quegli anni che Maviglia entrò in contatto con Mario Lodi aderendo al Movimento di Cooperazione Educativa di cui era poi diventato segretario nazionale fra il 1968 e il 1969.

Lodi e non solo lui avevano intuito le capacità di questo giovane maestro che si era dato da fare soprattutto nell’ambito delle scienze. Proprio in quegli anni pubblicò I Polinesiani, una raccolta di materiali documentari e fotografici finalizzati a far conoscere ai ragazzi i caratteri essenziali della cultura dei popoli che vivono nelle isole del Pacifico: vere e proprie “lezioni” di antropologia culturale.

Nella zona dell’Est milanese negli anni Settanta aveva fondato e coordinato il Gruppo di Autoaggiornamento Permanente, che formò decine di giovani insegnanti, preparandoli efficacemente all’attivazione e alla gestione della scuola a tempo pieno nel territorio. L’amicizia con Mario Lodi diventò sempre più forte al punto da lavorare per il giornale per bambini AeB oltre ad essere redattore della Biblioteca di Lavoro, curando personalmente alcuni volumetti.

Maviglia è stato anche socio fondatore e per molti anni amministratore, membro del Comitato scientifico e formatore della Casa delle Arti e del Gioco che in queste ore per dare l’addio al cassanese ha scritto: “Di Gioacchino ricordiamo, oltre alla vivacissima intelligenza, la grande modestia, l’equilibrio, la pacatezza, ma nello stesso tempo la costanza nel seguire le idee che riteneva giuste e l’altissimo campo valoriale, a cui ha sempre fatto riferimento nella vita familiare, sociale e professionale”. Famose le parole scritte, in un articolo del 1989, dal giornalista Corrado Stajano a proposito dell’aula del maestro: “E’ uno stanzone grandissimo che sembra un po’ la bottega di un artigiano e un po’ una fiera delle meraviglie”.

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Foto in alto – Mario Lodi e Gioacchino Maviglia alla Casa delle Arti e del Gioco nel novembre 2005 (foto di Cosetta Lodi)

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