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Psichiatra uccisa a Pisa, a Roma la fiaccolata di commemorazione. L’ordine dei Medici: “Vita dei dottori sempre a repentaglio”

Psichiatra uccisa a Pisa, a Roma la fiaccolata di commemorazione. L’ordine dei Medici: “Vita dei dottori sempre a repentaglio”
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Da Roma a Milano passando per Pisa. Nella giornata di mercoledì 3 maggio si ricorda l’uccisione di Barbara Capovani, la psichiatra aggredita da un ex paziente lo scorso 21 aprile all’uscita dall’ospedale Santa Chiara di Pisa e morta dopo due giorni di calvario a causa delle ferite riportate. A Roma alle ore 20 si terrà la fiaccolata di commemorazione in segno di vicinanza ai familiari e ai colleghi: il corteo si svolgerà in contemporanea a quello di Pisa e di molte città d’Italia. La fiaccolata partirà da Piazza Esquilino alle 20, passando per via Cavour, Largo Corrado Ricci, percorrerà Via dei Fori Imperiali per giungere in Piazza Madonna di Loreto, di fronte il Campidoglio. Durante il corteo non sono consentiti striscioni e cartelli che identificano sigle sindacali, simboli politici o loghi di associazioni di categoria.

Anche a Milano si terrà una commemorazione per Barbara Capovani e per tutti coloro che hanno avuto in passato lo stesso crudele destino: l’Ordine dei medici di Milano ha annunciato la fiaccolata sempre per mercoledì 3 maggio, che partirà alle 20 in piazza della Scala. L’obiettivo è anche quello di fare luce sui “gravi problemi, emergenti e persistenti, per i professionisti della sanità“. In una nota, l’Ordine evidenzia come spesso le strutture ospedaliere siano “contesti lavorativi privi di adeguata sorveglianza da parte di addetti alla sicurezza, l’aggravio di obblighi e oneri burocratici costringono il medico (ospedaliero, specialista o di medicina generale) a ‘negare’ al paziente la prescrizione di alcuni farmaci e prestazioni rimborsate dal servizio sanitario nazionale per vincoli capestro, mancanza di tutele anche di natura legale da parte dello Stato. Azioni che hanno tutte, potenzialmente, una sola conseguenza: la vita messa a repentaglio, quotidianamente esposta ad aggressioni fisiche e vessazioni verbali da parte di pazienti imbufaliti e frustrati nel ritenere insoddisfatti i propri diritti alla salute. Rischi che esplodono ancor di più all’interno di dipartimenti di Salute mentale, come la cronaca ancora una volta ha mostrato”.

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