Dopo la clamorosa débâcle di giovedì in Aula, il governo nel cdm lampo del tardo pomeriggio non si è limitato a fare qualche modifica formale alla relazione al Parlamento sullo scostamento di bilancio per far sì che la Camera potesse votarla di nuovo. Ma ha inserito nel testo una parte del tutto nuova, in cui si legge che l’aumento del deficit rispetto al tendenziale sarà utilizzato non solo per finanziare “un provvedimento normativo per sostenere il reddito disponibile e il potere d’acquisto dei lavoratori dipendenti nel 2023″ – l’annunciato nuovo taglio del cuneo fiscale ai dipendenti con redditi bassi – ma anche per “sostenere le famiglie con figli“. Attraverso un innalzamento per i soli lavoratori dipendenti con figli del limite sotto il quale i fringe benefit (compensi non monetari) sono esentasse, come ha anticipato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in question time.

Il cambiamento è stato notato dall’opposizione venerdì mattina, alla ripresa della discussione. Ed è tutt’altro che secondario: anche se il ministro ha detto che “tutti hanno fatto dei calcoli senza avere i numeri”, se con i 3,4 miliardi derivanti dal maggior indebitamento rispetto al tendenziale sarà finanziato anche quell’intervento sembra inevitabile che i fondi a disposizione per il cuneo si riducano. Con il risultato di diminuire ulteriormente un beneficio medio che sarebbe comunque stato assai basso – 16 euro al mese per ogni contribuente coinvolto, secondo Bankitalia. Questo per avvantaggiare una quota di lavoratori decisamente minoritaria: la relazione tecnica al decreto Aiuti bis del governo Draghi, che nel 2022 ha alzato l’esenzione dei fringe benefit da 258 a 600 euro prima che lAiuti quater la portasse a 3mila fino a fine anno, aveva stimato la platea in 3 milioni di persone (un sesto del totale dei 18 milioni di dipendenti). Il numero scenderà ancora se si restringe il campo solo a chi ha figli.

Le opposizioni protestano: in commissione Bilancio del Senato hanno chiesto la validazione della nuova relazione al Def, nel frattempo approvata, da parte dell’Ufficio parlamentare di bilancio. E la presenza del ministro per un chiarimento. “Il governo”, ha sintetizzato Antonio Misiani, capogruppo del Pd in commissione, “ha aggiunto nella nuova relazione una nuova finalizzazione dello scostamento 2023 (“sostenere le famiglie con figli”) senza evidenziare al Parlamento quante risorse saranno destinate a questo obiettivo è quante al sostegno del potere d’acquisto dei lavoratori dipendenti. Questo cambiamento in corsa dell’utilizzo dello scostamento 2023 potrebbe modificarne gli effetti macroeconomici”. Giorgetti è andato in commissione ma si è limitato a rivendicare la scelta.

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Def, risoluzione comune di Pd, M5s e Verdi-Sinistra: “Sostenere potere d’acquisto, evitare condoni fiscali e varare salario minimo legale”

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