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Trenta arresti e fermi per traffico di droga tra Lombardia e Spagna: piazze di spaccio anche dentro al carcere di Opera

Trenta arresti e fermi per traffico di droga tra Lombardia e Spagna: piazze di spaccio anche dentro al carcere di Opera
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Trafficavano droga a livello internazionale, con le piazze di spaccio che si estendevano fin dentro al carcere di Opera, a Milano. Un’indagine coordinata dalla Dda del capoluogo meneghino ha smantellato un’organizzazione criminale eseguendo 30 tra arresti e fermi tra le province di Milano, Pavia, Varese, Sassari e Catania. Tra i reati contestati alle persone coinvolte e commessi tra Lombardia e Spagna ci sono anche riciclaggio, estorsione, detenzione e porto abusivo di arma da fuoco. L’inchiesta, portata avanti dal comando provinciale e del Ros di Milano e dal comando di polizia penitenziaria operante nel carcere milanese, ha portato anche al sequestro di 240mila euro in contanti e 329 chili di droga.

Nello specifico, il gip del tribunale di Milano ha emesso due tipi di ordinanza di custodia cautelare. Una riguarda dieci persone (otto in carcere e due donne agli arresti domiciliari) e l’altra 12 soggetti (tra cui due donne), di cui sette erano già in carcere, tre già detenuti per altra causa e due agli arresti domiciliari. Infine otto persone sono destinatarie di un decreto di fermo della Dda.

Le indagini sono partite nel 2019 e nel corso degli anni hanno portato a ricostruire la rete che aveva organizzato lo spaccio internazionale di sostanze stupefacenti. Una rete che si allungava, come detto, fin dentro al carcere di Opera, grazie anche al coinvolgimento di familiari dei detenuti che, oltre a curare l’introduzione delle sostanze stupefacenti e dei telefoni cellulari nel penitenziario, avrebbero garantito il collegamento con esponenti di spicco di gruppi organizzati operanti, in particolare, nella zona di Rozzano, Milano (nei quartieri Barona, Gratosoglio, Comasina e Quarto Oggiaro), Pavia, in Campania e in Emilia Romagna, con diramazioni anche in Spagna, in particolare a Malaga e Barcellona. Nelle due città spagnole stazionavano due dei trenta indagati, ritenuti gli organizzatori delle spedizioni di droga, principalmente hashish e marijuana, verso l’Italia. Gli acquirenti pagavano con denaro inviato dall’Italia tramite corrieri. Nel febbraio del 2020, all’aeroporto di Orio al Serio, sono stati infatti intercettati e sequestrati 53mila euro in contanti nascosti nel doppio fondo di una valigia di una delle indagate che era in partenza per Malaga.

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