“La pacificazione con i fascisti è avvenuta con l’amnistia di Togliatti. La pacificazione con il fascismo, invece, non c’è stata e non ci potrà essere mai“. Così l’ex ministro socialista, Rino Formica, in un’intervista al Quotidiano Nazionale. L’ormai 96enne trova fuorvianti i richiami alla riconciliazione nazionale e sottolinea che non c’è “la pacificazione con dottrine che uccidono e distruggono la democrazia”.

Sulle parole di Luciano Violante, ex presidente della Camera, al Corriere della Sera, Formica commenta: “Ha la vista corta del magistrato inquirente che confonde le responsabilità individuali con il pericolo intrinseco a una dottrina reazionaria”.

Ma Formica ha parole per tutti, anche per Gianfranco Fini e il suo monito a Giorgia Meloni arrivato durante un colloquio con Lucia Annunziata su RaiTre. Moniti che, spiega, sono destinati a rimanere inascoltati: “Non può chiedere alla destra di non fare la destra“.

L’antifascismo, dice, “non è semplicemente lo schieramento di una forza per contrastare una tendenza autoritaria, dispotica, illiberale nell’ordinamento del sistema politico della società, ma è soprattutto il segnale di un pericolo permanente che esiste“. Poi, spiega ancora, “se questo pericolo dovesse manifestarsi, l’antifascismo organizza, mobilita, ma la segnalazione del pericolo viene prima, è la preparazione spirituale e materiale per contrastare l’eventuale realizzazione del pericolo”. Già la presenza di un governo di destra per Formica costituisce “l’annuncio di un pericolo”. “Vediamo – conclude – un rigurgito del disprezzo per ogni tendenza liberalizzatrice della società e liberale delle istituzioni”.

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