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Ultimo aggiornamento: 8:17 del 24 Aprile 2023

Reportage dagli oceani senza legge/2. Schiavitù, lavoro nero e pratiche vietate nella guerra per il pesce (che scarseggia sempre di più)

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Continua il viaggio in 10 puntate negli oceani senza legge. Dieci video firmati dall’Outlaw Ocean Project, la ong fondata dal giornalista americano Ian Urbina (@ian_urbina) che si occupa di indagare i crimini che si consumano in alto mare. Un mondo popolato da pirati, schiavisti e profittatori di varia natura. Un mondo in cui non esiste una legge chiara e univoca e i reati, anche i più atroci, si consumano spesso nell’impunità totale. Ian Urbina ci guida alla scoperta di alcuni episodi in cui si è imbattuto nel corso di 10 anni di attività. Fatti spesso raccapriccianti per la loro crudezza, di cui il grande pubblico non è mai venuto a conoscenza.

Nei nostri oceani stanno finendo i pesci. Man mano che le scorte scompaiono, le navi devono spostarsi sempre più al largo per pescare le quantità necessarie e i margini di profitto si sono assottigliati. Di conseguenza, i capitani si rivolgono sempre più alla tratta, al lavoro obbligato e al lavoro forzato per sbarcare il lunario.

Un flagello globale, la schiavitù marittima è qualcosa di cui la maggior parte delle persone ignora l’esistenza. In questo episodio, il secondo della serie prodotta da The Outlaw Ocean Project, Ian Urbina (@ian_urbina) porta gli spettatori nel Mar Cinese Meridionale, a bordo di navi infestate da scarafaggi e topi, per scoprire come la sovra-pesca abbia dato origine fenomeni quali trasbordi in mare, riciclaggio di pesce e una serie di abusi che le aziende e i governi hanno difficoltà a monitorare o contrastare.

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