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Ultimo aggiornamento: 22:33 del 18 Aprile 2023

Reportage dagli oceani senza legge/1. Gli omicidi a freddo per il controllo dell’area di pesca: responsabile preso dopo dieci anni di inchiesta

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Inizia oggi un viaggio in 10 puntate negli oceani senza legge. Dieci video firmati dall’Outlaw Ocean Project, la ong fondata dal giornalista americano Ian Urbina (@ian_urbina) che si occupa di indagare i crimini che si consumano in alto mare. Un mondo popolato da pirati, schiavisti e profittatori di varia natura. Un mondo in cui non esiste una legge chiara e univoca e i reati, anche i più atroci, si consumano spesso nell’impunità totale. Ian Urbina ci guida alla scoperta di alcuni episodi in cui si è imbattuto nel corso di 10 anni di attività. Fatti spesso raccapriccianti per la loro crudezza, di cui il grande pubblico non è mai venuto a conoscenza.

In questo primo episodio della serie si parte da un filmato terrificante: quattro uomini si aggrappano disperatamente a un relitto, da qualche parte in alto mare. Risuonano gli spari. Sono indirizzati verso di loro. Gli uomini vengono uccisi, metodicamente, uno per uno. Di loro non si saprebbe niente se il video non fosse stato trovato all’interno di un cellulare misteriosamente dimenticato sul sedile posteriore di un taxi.

Come nel 99% di tutti gli omicidi che si verificano in acque internazionali, il crimine non è mai stato denunciato. Quando il filmato finalmente emerge e diventa virale, nessun governo è disposto a indagare. Solo la dedizione di Ian Urbina e dei suoi consulenti ha portato a svelare la verità. Ma per arrivarci ci sono voluti quasi dieci anni di indagini. Eccone la storia.

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