La Cina minaccia di dichiarare guerra a Taiwan, la ‘isola ribelle’ dice che si farà trovare preparata e chiede l’aiuto dei Paesi occidentali. La crisi nell’Indo-Pacifico rischia di aprire un nuovo fronte di guerra tra la Repubblica Popolare e il gruppo, con gli Stati Uniti in testa, che si è detto pronto a difendere l’autonomia di Taiwan in caso di invasione militare da parte dell’esercito di Xi Jinping. Proprio il presidente del gigante asiatico è tornato a parlare della tensione tra i due governi facendo appello alle proprie forze armate affinché “rafforzino l’addestramento in direzione di combattimenti veri“, mentre il ministero dei Trasporti di Taipei fa sapere che Pechino imporrà una no fly zone a nord di Taiwan per il 16 aprile, in concomitanza con “attività spaziali”, che durerà 27 minuti, dalle 9.30 alle 9.57.

Il nuovo passo in avanti nella scala della tensione avviene dopo tre giorni di esercitazioni, che si sono concluse lunedì, con le quali Pechino ha simulato un attacco armato con munizioni vere all’isola. D’altra parte, è stato proprio il Dragone ad annunciare che manterrà la pressione su Taiwan impegnandosi a non lasciare margini ad “attività separatiste” e segnalando che le tensioni sono destinate a restare. “Non lasceremo spazio ad alcuna forma di attività separatista di Taiwan”, ha assicurato Zhu Fenglian, portavoce dell’Ufficio per gli Affari di Taiwan, che fa capo al governo centrale, nel primo briefing dopo le manovre. Le dimostrazioni di forza di Pechino sono arrivate non a caso dopo l’incontro di Los Angeles tra la presidente dell’isola Tsai Ing-wen e lo speaker della Camera Usa Kevin McCarthy. Incontro al quale la Repubblica Popolare si era detta fortemente contraria, promettendo dure ripercussioni.

Taipei rimane sugli attenti. Il ministro degli Esteri, Joseph Wu, ha affermato che la Cina “sembra stia provando a rendersi pronta a scatenare la guerra contro Taiwan”, per questo il governo dell’isola “deve prepararsi”. L’intelligence Usa ritiene che Xi Jinping abbia ordinato ai militari di essere pronti all’invasione per il 2027. Secondo Wu “i leader cinesi ci penseranno due volte prima di decidere di usare la forza contro Taiwan, ma il Paese deve essere semplicemente preparato”.

Wu ha anche risposto alle minacce di Pechino riguardo alla visita in America della presidente sostenendo che “la Cina non può prescrivere come Taiwan faccia le sue amicizie. E la Cina non può dettare come i nostri amici vogliano aiutare Taiwan”. Ed è proprio a quelli che considerano amici che il governo di Taipei torna a rivolgersi, dopo le dichiarazioni del presidente francese, Emmanuel Macron, che si è detto contrario al coinvolgimento della Francia e dei Paesi europei nel dossier Taiwan, in cima invece all’agenda americana. “Di fronte al continuo espansionismo autoritario, è ancora più fondamentale che le democrazie si uniscano attivamente”, ha dichiarato la presidente taiwanese aggiungendo che “il Canada è un partner democratico molto importante. Siamo disposti a fare del nostro meglio per salvaguardare congiuntamente i valori di libertà e democrazia con il Canada e molti altri partner internazionali che la pensano allo stesso modo”. Mentre il rappresentante di Taipei in Francia, Chihchung Wu, si è rivolto direttamente a Macron: “Taiwan ha bisogno della Francia. Speriamo che la Francia possa svolgere un ruolo ancora più positivo e impegnarsi maggiormente“. Chihchung Wu ha specificato che questo non deve necessariamente tradursi in un sostegno militare: “Non siamo ingenui, non siamo qui a sperare che la Francia invii l’esercito a Taiwan, che la Francia muoia per Taiwan”. Ma ci sono “tante maniere” di esprimere il proprio sostegno, ha continuato citando l’esempio della guerra in Ucraina, dove Parigi invia gli obici semoventi Caesar. “Una delle cause della guerra in Ucraina è che nessuno credeva alla guerra. A Taiwan, tutti credono alla guerra e quindi la guerra non ci sarà”.

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