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Scoppia la guerra per l’eredità milionaria della principessa Brancaccio: a 102 anni lei ha firmato il testamento che lascia tutto ai poveri

di Davide Turrini

Il testamento milionario della principessa Fernanda Ceccarelli Brancaccio è vero o è un documento falso? Si discute e si scrive molto nelle ultime ore sulle cronache locali dei quotidiani romani di quella che sembra essere diventata una “guerra per l’eredità” della storica famiglia nobiliare della capitale, i Brancaccio. Il fatto in discussione riguarda proprio ciò che la principessa Fernanda Ceccarelli Brancaccio, morta nel 2014 a 107 anni, avrebbe scritto sul proprio testamento. La principessa avrebbe lasciato, come riporta Repubblica, “l’omonimo teatro di via Merulana, alcuni edifici in viale Manzoni, una tenuta agricola a San Gregorio di Sassola e titoli per 20 milioni di euro circa ai cittadini romani bisognosi, o meglio alla Fondazione Marcantonio Brancaccio, di cui è presidente il sindaco di Roma”. Una sorta di favola a lieto fine. Il nobile che regala ricchezze ai non abbienti. La città che si stringe attorno alla generosità della principessa. Il sindaco con la fascia tricolore che ringrazia e dispone un’infinità di beni per la folla. Stop.

Fermiamoci qui, perché c’è chi dice no. Si chiama Maria Luisa Bottini, ed è l’unica parente in vita della principessa Fernanda Ceccarelli Brancaccio. La Bottini è una pensionata di 70 anni. Recentemente ha depositato una causa davanti ai giudici dell’ottava sezione civile dove sostanzialmente pone in dubbio l’autenticità del testamento della nobile parente. Nei giorni scorsi, infatti, si è svolta un’udienza importante che riguarda la denuncia. Sono stati depositati numerosi documenti che, secondo la denunciante farebbero emergere dubbi sul testamento. Il primo, quello classico in questi casi di lasciti testamentari ingenti da parte di persone molto ma molto anziane, è quello di aver redatto “quattro documenti di suo pugno” in assenza dell’amministratore di sostegno, figura che il tribunale aveva nominato per assistere la donna, all’epoca della stesura del testamento, il 2009, fresca 102enne.

Insomma, la signora Bottini lamenta intanto il fatto che una donna con scarsa istruzione (la principessa aveva come titolo la quarta elementare ndr) avrebbe avuto bisogno di quella figura di sostegno per scrivere un documento così importante e ora vorrebbe che venissero riconosciuti i suoi naturali diritti di eredità. Nel frattempo, prima delle fanfare urbi et orbi per i romani “bisognosi”, Bottini chiede che il patrimonio venga sequestrato e tolto dalle mani della Fondazione Marcantonio Brancaccio.

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