Giorgia Meloni arriva a Bruxelles per il Consiglio europeo, dove ha il compito di gestire due dossier molti delicati per l’Italia – transizione green e Patto di Stabilità – ma deve tenere a bada anche i malumori tutti romani. O meglio gli strascichi del voto in Parlamento: la Lega infatti, seppur votando con la maggioranza, non ha mancato di manifestare il suo dissenso rispetto alla linea del governo sull’invio di armi a Kiev. Le posizioni del partito di Matteo Salvini sull’Ucraina “francamente non mi preoccupano”, replica Meloni ai cronisti presenti a Bruxelles. Dove oggi è arrivata anche la segretaria del Pd, Elly Schlein, per partecipare al pre-vertice dei Socialisti europei. Uno scontro (a distanza) che parte dal tema migranti, con Schlein che subito incalza la premier: su questo argomento “il governo fa le domande sbagliate all’Ue”.

I leader dell’Ue discuteranno degli ultimi sviluppi in relazione alla guerra della Russia contro l’Ucraina e al sostegno a Kiev. E Meloni prima del Consiglio viene chiamata subito a commentare la presa di posizione della Lega: “Al di là delle posizioni espresse per lavorare su una posizione alla quale tutti lavoriamo, ovvero la fine del conflitto, ho detto come la penso: non c’è nell’attuale contesto misura più efficace di garantire un equilibrio tra le forze in campo”, risponde la premier. Che ribadisce: “Non sono preoccupata perché io guardo come ho fatto altre volte ai fatti e nei fatti la linea italiana voi sapete essere molto chiara“. Poi ci sono le sfide europee, altrettanto cruciali per la tenuta a lungo termine del governo: sui migranti “mi aspetto passi in avanti. Posso dire che sono soddisfatta della bozza di conclusioni, che chiede alla Commissione di precedere spedita”, spiega Meloni. Poi aggiunge: “Direi che possiamo confermare il fatto che il tema dell’emigrazione è un tema considerato oggi centrale, una cosa impensabile fino a qualche mese fa, e che viene seguito passo passo dal consiglio. Questa è una ottima notizia”. Di migranti però a livello Ue se ne parlerà solo nel corso della cena, con il punto informativo di von der Leyen. Il capitolo nell’agenda degli altri leader europei resta marginale. Al centro del Consiglio invece ci sono la riforma del Patto di Stabilità e il capitolo ambientale che include, tra l’altro, il dossier nucleare.

Sul Patto di Stabilità, afferma la premier, “ci sono visioni sempre abbastanza differenti ma io penso che l’Ue debba imparare dai suoi errori, dal passato. Oggi a tutti sono chiesti importanti investimenti per la transizione ecologica, digitale, per le catene di approvvigionamento strategiche. Non si può pensare che gli investimenti necessari a rendere competitivo il nostro sistema non siano tenuti in considerazione nella governance”. “Sono in contatto con Macron, vediamo”, annuncia Meloni. “Vedo adesso il premier polacco Mateusz Morawiecki – anticipa la presidente del Consiglio – e ho in programma un incontro con il primo ministro greco, forse allargato anche ad altri Paesi sulle materie della governance”. Meloni ammette il pericolo per l’Italia: “Per noi sarebbe tragico tornare ai parametri precedenti, serve una governance più attenta alla crescita”. E chiede di rivedere i parametri anche del Fit for 55: “Fermo restando gli obiettivi della transizione che condividiamo, non riteniamo che l’Ue debba occuparsi di stabilire quali siano le tecnologie per arrivare agli obiettivi”.

Il tema è sul tavolo anche della riunione pre-Consiglio del Partito socialista europeo, in particolare il nodo sullo stop ai motori a scoppio dal 2035. Al vertice fa il suo esordio la segretaria del Pd Schlein, che incontra il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez e la premier finlandese Sanna Marin, oltre al commissario Ue per l’Economia, Paolo Gentiloni. “Io dico al governo italiano che celebra la grande attenzione che ottiene” sulla migrazione “in questa sede che quella non è la strada giusta, perché fa le domande sbagliate all’Ue”, commenta Schlein. Il governo a suo dire dovrebbe “invece chiedere una maggiore condivisione delle responsabilità sull’accoglienza, superando il regolamento di Dublino e ottenendo una missione europea di ricerca e soccorso in mare perché, dove non arrivano purtroppo le motovedette della Guardia Costiera e le Ong, vediamo ancora tragedie”. Poi anche sulla transizioni green la segretaria dem rimarca la distanza dal governo: “L’ambizione delle proposte della Commissione europea continuerà ad avere il nostro pieno supporto, affinché si creino le competenze per ri-professionalizzare lavoratrici e lavoratori e vi siano risorse in più anche da parte dell’Ue per accompagnare imprese, famiglie, lavoratori”.

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