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Facebook annuncia altre migliaia di esuberi “per raggiungere i target finanziari”. Ex di Twitter infuriati per le mini liquidazioni

Lo scorso 1 febbraio il gruppo ha però annunciato un maxi piano da 40 miliardi di dollari per il riacquisto di azioni proprie, un modo per distribuire soldi ai suoi azionisti. Tempi ancora più difficili a Twitter dove il personale è stato più che dimezzato dopo l'arrivo di Elon Musk alla guida del gruppo, comprato per 44 miliardi di dollari. Alla prima, radicale, ondata di licenziamenti ne sono seguite altre
Facebook annuncia altre migliaia di esuberi “per raggiungere i target finanziari”. Ex di Twitter infuriati per le mini liquidazioni
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Il gruppo Meta (Facebook, Instagram e Whatsapp) si appresta a tagliare altre “migliaia di posti di lavoro”. Lo comunica l’agenzia Bloomberg che aggiunge come la decisione sia stata prese per il raggiungimento di target finanziari. I licenziamenti dovrebbero iniziare già questa settimana. Già lo scorso autunno la società di Mark Zuckerberg aveva varato un maxi piano di tagli riducendo l’organico di 11mila unità, il 13% del totale. Meta registra un rallentamento delle entrate pubblicitarie e il suo progetto Metaverso su cui ha investito molto fatica a dare risultati tangibili. Zuckerberg ha soprannominato il 2023 “l’anno dell’efficienza”. Lo scorso 1 febbraio il gruppo ha però annunciato un maxi piano da 40 miliardi di dollari per il riacquisto di azioni proprie, un modo per distribuire soldi ai suoi azionisti.

Tempi ancora più difficili a Twitter dove il personale è stato più che dimezzato dopo l’arrivo di Elon Musk alla guida del gruppo, comprato per 44 miliardi di dollari. Alla prima, radicale, ondata di licenziamenti ne sono seguite altre. E ora gli ex scoprono anche di aver ricevuto liquidazioni inferiori alle attese e ben al di sotto della media del settore oltre ad essere senza più copertura sanitaria. “Sino passati, raccontano alla Cnn, da una società in cui credevano e di cui appoggiavano la cultura a essere senza lavoro e preoccupati per quella che non riteniamo più la nostra Twitter”. La delusione degli ex dipendenti si è tradotta nell’avvio di class action e in richieste di procedure arbitrale ancora senza risposta con al centro una liquidazione ben inferiore alle attese e agli standard del settore.

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