“La mela non cade mai lontano dall’albero”. Questo proverbio calza alla perfezione per la famiglia dei Messina Denaro e la prova l’abbiamo con l’ultimo arresto di Rosalia Messina Denaro, sorella del più noto Matteo “U Siccu o Diabolik”. Il lignaggio mafioso è fuori discussione.

Il capostipite Francesco Messina Denaro, detto “Ciccio”, morì da latitante mafioso e la sua dipartita da uomo libero fu un vanto. Come tutte le famiglie lo scettro passò al rampollo Matteo: la sua carriera criminale è sotto gli occhi di tutti e quindi è superfluo menzionarla. Prima dell’arresto di Rosalia, nome in codice nei pizzini “Fragolone”, era stata arrestata l’altra sorella Patrizia. Ma anche il fratello di Matteo. Salvatore è stato due volte arrestato per mafia. Non mancano altri arresti tra i parenti dei Messina Denaro. Un altro uomo della famiglia dei Messina Denaro è Filippo Guttadauro, marito di Rosalia, condannato a 14 anni per associazione mafiosa.

Anche nel caso di Guttadauro “la mela non cade lontano”, infatti il figlio Francesco sta scontando sedici anni di reclusione. Poi c’è la figlia di Filippo Guttadauro e di Rosalia che, essendo avvocato, difende lo zio Matteo.

I Messina Denaro non è la sola famiglia che risulta essere inscritta nel palmarès mafioso. C’è la famiglia di Totò Riina, che vede il figlio Giovanni, condannato all’ergastolo. L’altro figlio Giuseppe Salvatore, dopo aver scontato la pena di otto anni è libero e ha detto “sono onorato di essere il figlio di Totò”: mi sembra giusto. Della famiglia di Riina fa parte anche il noto Leoluca Bagarella, fratello di Ninetta moglie di Totò.

Un’altra famiglia è quella dei Brusca di San Giuseppe Jato. Il patriarca Bernardo -amico fidatissimo di Totò Riina- vanta due figli davvero eccezionali. Giovanni detto il Verro (maiale) ed Enzo, quest’ultimo autore materiale dello strangolamento del piccolo Giuseppe Di Matteo, poi sciolto nell’acido. Non voglio tediarvi, i loro trascorsi criminali sono ben noti.

Una famiglia corleonese che ebbe la forza di recidere i rami del melo è quella di Binnu U Tratturi, ovvero Bernardo Provenzano: Angelo e Francesco Paolo sono incensurati e io, in più occasioni nei vari dibattiti pubblici, ho esaltato il ruolo della loro mamma che ha saputo tener lontano i figli dal mondo mafioso.

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Messina Denaro sapeva come trovare le telecamere: “Nelle cassette c’è il buco”. L’ipotesi sulle talpe e l’incontro saltato della sorella: “È andato tutto a scatafascio”

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