Boschi, sentieri, bufale e pantani fanno da contorno al salmastro lago di Fogliano, luogo incontaminato e tra i più belli della provincia di Latina. Quando noi vogliamo colpire un ospite lo portiamo a colpo sicuro in questo piccolo villaggio che anche il Fai ha eletto luogo del cuore. L’incanto e lo stupore sono le risposte di chi lo vede per la prima volta, che mai potrebbe immaginare tra quegli edifici antichi dell’antico borgo, alcuni salvi e altri no, un orto botanico e la cosiddetta Villa Inglese.

Purtroppo però non tutto fila sempre liscio. Calamità naturali e scarsa manutenzione stanno segnando in maniera irreversibile questa piccola gemma appartenente al Parco nazionale del Circeo. Chi si spende di più per la sua salvaguardia è Nazzareno Ranaldi, presidente dell’Associazione Villaggio Fogliano. Me l’aveva già anticipato mentre facevamo colazione a Diaphorà, una onlus che si occupa di ragazzi con disabilità e che si trova proprio all’entrata del Borgo, che presto avrebbe scritto una lettera per sensibilizzare più persone possibili alla salvaguardia di questo tesoro. Mi aveva anticipato che urge un cambio di passo se non vogliamo che tutto cada in malora.

In passato all’interno del Borgo e nel giardino abbiamo realizzato un festival di musica teatro arte – ventuno edizioni per la precisione – eleggendo Villa Fogliano come uno dei luoghi simbolo della città. Questa attività l’abbiamo documentata con un libro che racconta la storia del luogo, del giardino e del festival, con la pubblicazione “VILLAggio FOGLIANO di storia in storia naturalmente. Inoltre ci siamo spesi insieme ad altre associazioni, Italia Nostra, Legambiente e Sempreverde per il restauro della villa e il recupero del giardino con incontri, convegni, presentazione di tesi di giovani architetti sul restauro della villa e la risistemazione del giardino”.

Fa male al cuore leggere al passato queste righe piene di vita e di cultura. “Muovo da questa premessa – continua Ranaldi – per dire che Fogliano è l’emblema del rapporto stretto tra eventi naturali e azioni dell’uomo. Ritorno alla notte tra il 15 e 16 agosto 2022 dove un tornado ha “devastato” il Borgo abbattendo piante, eucalipti, querce, palme e ha ceduto una parte del tetto della Villa Caetani e decimato il boschetto di bambù. Un albero è crollato sul Centro di recupero della fauna selvatica, il tetto del Casino Inglese è stato lesionato in due punti, le tegole divelte e l‘acqua penetra nel piano superiore di una struttura in legno. A distanza di cinque mesi gli alberi caduti sono stati tagliati, ma il Casino Inglese è ancora lì con le tegole divelte e già allora serviva un intervento di massima urgenza”.

Di eventi naturali Fogliano ne ha subiti molti e sempre ha rialzato la testa. Ma ora? “C’è bisogno di un cambio di passo nell’azione di tutti, dice, amministratori, forze politiche, associazioni, forze imprenditoriali e istituzioni dello Stato. Cerco di essere più preciso: ognuno si può rendere conto come il Borgo di Fogliano stia diventando un luogo in abbandono senza interventi di ordinaria o straordinaria manutenzione e l’unica decisione è stata recintarli e metterci un cartello con su scritto pericolo di crollo, oppure l’interdizione al pubblico di parti del Borgo. Stessa situazione per il giardino abbandonato a se stesso”.

C’è stato un momento in cui tutti sembravano interessati alla sua salvezza, ma si sa, i governi durano un battito di ciglia. “Ce ne abbiamo messo di tempo –tramite l’allora Sottosegretario Ilaria Borletti Buitoni– per riunire gli enti interessati in un coordinamento comprendente Demanio, Ente Parco Circeo, ministero dei Beni Culturali, Carabinieri Forestali, Comune di Latina, finalizzato al restauro di Villa Caetani, del Giardino e del Casino Inglese”. E ricorda la stipula del protocollo d’intesa per la valorizzazione del Borgo di Fogliano nel 2107. In questo protocollo il Demanio si impegnava a verificare l’opportunità di avviare una consultazione pubblica finalizzata all’acquisizione di manifestazione d’interesse per il recupero e la valorizzazione della Villa Caetani. Tutto fatto. Ma ad oggi quella consultazione si è arenata. Dove e perché?

E ora? A maggio 2021, chiarisce Ranaldi, l’Agenzia del Demanio nell’ambito dell’iniziativa “Valore Paese Italia” sottoscrive un accordo quadro con le Università Sapienza, Tor Vergata e l’Università della Tuscia. L’idea è quella di sviluppare un progetto di tipo scientifico-culturale che preveda la creazione di un centro di ricerca applicata per la conservazione della biodiversità a cui affiancare nuove iniziative di didattica e alta formazione accademica, di divulgazione scientifica nonché l’organizzazione di eventi e convegni di settore. L’accordo scade il 12 maggio 2023.

Bene. Finalmente qualcosa si muove. Nel frattempo però si può, lo chiede lui e lo chiediamo tutti, avviare una normale manutenzione di queste risorse ambientali e architettoniche? Facciamolo su. Prima che una ruspa porti via le macerie materiali e non di questo meraviglioso, stupendo e intrigante luogo del nostro cuore.

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