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Vinicio Capossela, la ballata ‘La crociata dei bambini’ ad un anno dallo scoppio della guerra in Ucraina: “La peggiore delle catastrofi”

L'artista pubblica una ballata contro tutte le guerre che riafferma “l’antimilitarismo, la denuncia della guerra come suprema e più disumana affermazione del Capitale” che ha come vittima principale “l’essenza stessa dell’innocenza, l’infanzia”

di Andrea Conti

Vinicio Capossela, ad un anno dall’inizio del conflitto in Ucraina, ha pubblicato “La crociata dei bambini”, che riprende idealmente il poema di Bertolt BrechtLa crociata dei ragazzi” del 1942. L’urgenza dell’artista nasce dalla voglia di esprimersi su un tema così sentito: “La peggiore delle catastrofi: la guerra, con tutto il corollario di avvelenamento, di semplificazione, di inflazione, di vanificazione di ogni sforzo culturale”. Una ballata contro tutte le guerre che riafferma “l’antimilitarismo, la denuncia della guerra come suprema e più disumana affermazione del Capitale” che ha come vittima principale “l’essenza stessa dell’innocenza, l’infanzia”. Nel poema “La crociata dei ragazzi” Brecht rievocava un evento storico di epoca medievale, ambientandolo fra le nevi della Polonia agli inizi della Seconda Guerra Mondiale. Protagonista è un gruppo di ragazzini che – attraversando macerie, morte e distruzione – cerca la via per una terra di pace.

A proposito della pace, l’artista in una intervista a Il Corriere della Sera, lo scorso marzo, ha affermato: “Per me la pace è una lotta senza fine. Perché non ce l’abbiamo nel nostro ‘marchio di fabbricazione’, dunque non è una parola scontata, ma è una parola da conquistare. Implica un lunghissimo lavoro, anche sulle parole. Non pensiamo mai che la violenza è profondamente intrecciata alla nostra vita, a quello che diciamo e a come lo diciamo. Eppure fa parte di noi, così come fa parte di noi l’istinto a invocare la pace ogni tanto, solo se messi di fronte a un conflitto come quello che stiamo vivendo. Ma il lavoro sulla pace non puoi non partire da uno sradicamento della violenza, anche linguistica. Ha notato che aggressività verbale c’è in giro?”.

In contemporanea con l’uscita del brano sulle piattaforme digitali, arriva anche il lyric video di “La crociata dei bambini”, realizzato dal disegnatore Stefano Ricci con la collaborazione di Ahmed Ben Nessib, utilizzando la tecnica del gesso bianco su carta nera. Un lavoro minuzioso costituito da 4705 immagini, fotografate una per una. “La crociata dei bambini” fa parte del nuovo album di Capossela, composto da tredici brani, in uscita prossimamente.

IL TESTO DE LA CROCIATA DEI BAMBINI
Partirono all’alba in crociata i bambini /Le facce gelate, chi li troverà? /Partirono in fila, Sepolti di neve i soli scampati alle bombe ed ai soldati / Volevan fuggire dagli occhi la guerra, volevan fuggirla per cielo e per terra un piccolo capo, la pena nel cuore, provava a guidarli e la strada non sapeva trovare / Una bambina di undici, ad una di quattro, come una mamma portava per mano ed un piccolo musico, col suo tamburo, batteva sordo, al timore di farsi trovare /E poi c’era un cane, ma morto di fame che per compassione nessuno ammazzò, e si faceva scuola tutti alla pari sillabavan maestri e scolari P. A. C. E / C’era Fede e Speranza ma né pane, né carne non chiamate ladro chi deve rubare, per dare alle bocche, di cosa mangiare farina ci vuole e non solo bontà / Si persero in tondo, nel freddo di neve nessuno più vivi li poté trovare, soltanto il cielo, li vede vagare nel cerchio dei senza meta dei senza patria / E cercano insieme una terra di pace non come quella che hanno lasciato, senza fuoco e rovina di Colosseo ed immenso dietro di loro…diventa il corteo
Il cane nel bosco fu trovato una sera al collo portava un cartello con scritto: qualcuno ci aiuti, abbiam perso la strada seguite il cane, e vi prego, non gli sparate / La scritta infantile, trovò un contadino ma non la mano che la tracciò un anno è passato, e nessuno è venuto il cane soltanto è restato a morire di fame / Il cane soltanto è restato e si muore di fame

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