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Christian Solinas, indagato per corruzione il presidente sardo: l’inchiesta sulla sua casa al mare e quella strana compravendita di terreni

Le Fiamme gialle hanno sequestrato telefoni ed apparecchi elettronici del governatore: oltre a Solinas risultano indagati anche il suo consulente Christian Stivelli, il direttore generale dell’Ufficio dell’autorità di gestione del programma operativo Eni Cbd, Roberto Raimondi, e l’imprenditore Roberto Zedda
Christian Solinas, indagato per corruzione il presidente sardo: l’inchiesta sulla sua casa al mare e quella strana compravendita di terreni
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Il presidente della Regione Sardegna Christian Solinas è indagato per corruzione nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza e coordinata dalla Procura di Cagliari. Le Fiamme gialle hanno sequestrato telefoni e dispositivi elettronici del governatore: le acquisizioni proseguiranno nelle prossime ore. Oltre a Solinas risultano indagati anche il suo consulente Christian Stivelli, il direttore generale dell’Ufficio dell’autorità di gestione del programma operativo Eni Cbd, Roberto Raimondi, e l’imprenditore Roberto Zedda, fornitore della Regione.

I filoni d’indagine sono due, entrambi coordinati dal pm Giangiacomo Pilia. Il primo riguarda la casa comprata da Solinas in via dei Tritoni, a due passi dalla spiaggia del Poetto di Cagliari. Gli inquirenti vogliono fare luce sui presunti legami con l’acquisto di alcuni terreni a Capoterra, riconducibili al presidente della Regione, per i quali Zedda aveva versato una caparra che ammontava a duecentomila euro senza che però il rogito fosse mai concluso entro il termine previsto. Le ipotesi di reato sono corruzione e riciclaggio. Sulla vicenda era già stato aperto un fascicolo esplorativo nel 2021, quando la vicenda della strana compravendita era venuta alla luce tramite esposti anonimi.

L’altra vicenda, invece, si riferisce a presunte pressioni per la nomina di Raimondi al vertice dell’Enpi, l’Ente nazionale per la prevenzione degli infortuni. Il nome del dg era risuonato anche in Consiglio regionale, quando Massimo Zedda (Progressisti) aveva ipotizzato un suo legame con lo scandalo dei paradisi fiscali emersi con i Panama Papers. Connessione che il diretto interessato aveva smentito seccamente.

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