Il 2018 era stato un anno difficile per Elon Musk e uno dei grattacapi maggiori per l’imprenditore era la situazione delle azioni della Tesla a Wall Street, tanto da fargli annunciare un delisting. Una dichiarazione fatta su Twiiter che aveva scatenato polemiche e anche una denuncia. Ebbene a distanza di 4 anni Musk è stato dichiarato non colpevole da un tribunale di San Francisco dove era sotto processo per una serie di tweet del 2018 sul delisting di Tesla. L’azionista che aveva fatto causa al miliardario lo aveva accusato di non aver all’epoca i fondi per l’operazione e di aver agito in modo sconsiderato discutendo del piano che forse era solo alle fasi embrionali. I giurati sono giunti al verdetto dopo un processo di tre settimane.

La denuncia era scattata dopo che il 7 agosto del 2018 Musk aveva annunciato su Twitter l’intenzione di voler ritirare Tesla dalla Borsa al prezzo di 420 dollari per azione, ovvero il 23% in più rispetto alla quotazione di chiusura del giorno prima assicurando di avere i finanziamenti. Il titolo era salito dell’11%, e poi è calato nei giorni seguenti.

Il giudice incaricato del caso, Edward Chen, aveva concluso che i tweet dell’uomo più ricco del mondo erano fuorvianti e che l’imprenditore aveva agito “in modo irresponsabile”. I giurati dovevano decidere se i tweet avessero contribuito a gonfiare in modo fraudolento le azioni. Nella sua testimonianza di circa mezz’ora nei primi giorni del processo, il proprietario di Twitter aveva assicurato di non aver “mai” voluto ingannare gli investitori ma di essere convinto di avere i fondi necessari. Nella sua testimonianza di circa 30 minuti, il miliardario ha minimizzato il potere dei suoi tweet sottolineando che non c’era “relazione causale” tra il suo post e l’aumento del prezzo delle azioni Tesla. I sette giurati gli hanno creduto e lo spettro di dover pagare miliardi di dollari di danni è sparito.

A inizio gennaio Musk aveva chiesto che il processo fosse spostato da San Francisco al Texas per il timore che la giuria non fosse imparziale nei suoi confronti dopo i maxi licenziamenti a Twitter, azienda che ha sede nella città della California. Al giudice i legali di Musk avevano chiesto lo spostamento alla luce della faziosità della giuria, considerato che l’82% dei potenziali giurati ha espresso in un questionario un’opinione negativa di Musk. Uno infatti lo ha definito il “prossimo Trump”, una donna invece come una persona non gradevole. Ma comunque il verdetto è andato a suo favore.

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