Con la tappa Glenelg-Aldinga di 111,15 km il 15 gennaio scatta il Santos Tour Down Under femminile, la prima gara dell’ottava edizione dell’UCI World Tour. Sarà una corsa importante, non solo perché si torna in Australia dopo due anni di stop per il Covid, ma anche perché si potrebbe assistere a un esordio così atteso da poter cambiare il ciclismo femminile. Nella corsa australiana fino a oggi hanno sempre dominato le ragazze di casa, con Amanda Spratt in grande spolvero e vincitrice di tre delle ultime quattro edizioni disputate. Da un punto di vista generale invece, a fare la voce grossa nelle ultime due edizioni del World Tour e non solo l’olandese Annemiek van Vleuten del Team SD Worx, capace di vincere lo scorso anno Liegi-Bastogne-Liegi, Giro d’Italia, Tour de France, Vuelta e Campionati del mondo proprio in Australia a Wollongong. Un marziano quindi nel ciclismo femminile c’è già, ma tutti gli addetti ai lavori dicono che sta per arrivare qualcosa di completamente diverso, un’atleta capace davvero, se mantiene le promesse, di cannibalizzare questo sport. Il nome in questione è Zoe Bäckstedt, gallese e semplicemente invincibile ogni volta che sale su una bicicletta, che sia da strada, pista o ciclocross.

Zoe è nata il 24 settembre 2004: è figlia di Magnus Bäckstedt, passistone svedese che all’inizio del nuovo millennio ha avuto i suoi momenti più alti, come la vittoria della Parigi-Roubaix proprio nel 2004, e Megan Hughes che ha vinto il campionato britannico nel 1998, ma si ritirò a 23 anni quando la esclusero dalle convocate per le Olimpiadi di Sydney 2000. Se il 2022 di Annemiek van Vleuten è stato speciale, quello di Zoe Bäckstedt nelle categorie giovanili è stato sensazionale. Ha portato a casa il Mondiale di ciclocross a Fayetteville, oltre a vincere tutte le tappe di Coppa del Mondo di ciclocross a cui ha partecipato. Su pista ha vinto i Mondiali Juniores di Tel Aviv nella specialità Madison, con la compagna di squadra Grace Lister, mentre l’anno prima agli Europei di categoria aveva vinto Inseguimento individuale e a squadre, oltre alla Madison. Infine su strada nel 2021 ha vinto la corsa in linea delle Juniores ma soltanto l’argento nella cronometro, per questo motivo l’anno successivo ha deciso di correggere il tiro vincendo la corsa in linea con 2’07’’ sulla seconda, la francese Eglantine Rayer, e anche la cronometro con uno spaventoso divario di 1’35’’ sulla tedesca Justyna Czapla.

Queste vittorie senza soluzione di continuità hanno visto anche momenti molto particolari come i singhiozzi irrefrenabili in diretta televisiva di papà Magnus (è una seconda voce per Eurosport) quando la piccola Zoe (allora solo 17enne) ha vinto il primo Mondiale su strada, il lavoro 24h sempre del padre che l’accompagna di persona ai vari eventi di ciclocross e come un factotum gli cura sia la parte tecnica che atletica e gli fa anche da cuoco e autista, senza dimenticare poi i sorrisi e le parole di incoraggiamento di Elynor, sua sorella, ovviamente anche lei ciclista, già passata professionista e anche lei fortissima nelle categorie giovanili.

Quello che ha fatto Zoe Bäckstedt a livello giovanile però è qualcosa di speciale, non si vedeva nulla del genere dalle prove strepitose di Remco Evenepoel, attuale campione del mondo e ciclista che proprio in questo 2023 vuole imporre la sua legge anche nelle corse a tappe, per riprendersi quello che piccoli problemi di crescita e la terribile caduta da un ponte durante il Giro di Lombardia 2020 gli hanno per adesso negato. Il Santos Tour Down Under e il World Tour possono essere un vero e proprio passaggio di testimone epocale. Annemiek van Vleuten, 41 anni a ottobre, ha annunciato che questo sarà il suo ultimo anno di attività e coincide proprio con il primo da professionista di Zoe Bäckstedt, ingaggiata dal team americano EF Education-TIBCO-SVB. Questa prima gara dirà subito se il ciclismo femminile ha trovato una nuova cannibale.

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