Come un effetto domino l’inchiesta belga sulle presunte tangenti incassate da diversi politici socialisti, tra cui l’ex eurodeputato Antonio Panzeri, sta coinvolgendo con il passare delle ore nuove personaggi. Dopo l’arresto della vicepresidente del Parlamento, Eva Kaili, nella cui casa sono stati trovati sacchi di denaro, gli investigatori belgi, coordinati dalla procura di Bruxelles, hanno perquisito sabato sera la casa dell’eurodeputato socialista Marc Tarabella. Un atto da parte della polizia giudiaziria avvenuto sera in sua presenza e sotto il controllo della presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola. L’articolo 59 della Costituzione belga prevede la presenza del presidente del Parlamento di appartenenza in caso di perquisizione di un eletto in Belgio. L’autorità giudiziaria di Bruxelles ha convalidato l’arresto e confermato le accuse per quattro persone fermate nei giorni scorsi. Venerdì, ad essere stati fermati erano stati l’ex eurodeputato Antonio Panzeri, il sindacalista Luca Visentini, il compagno di Eva Kaili Francesco Giorgio e Niccolò Figa-Talamanca della ong No peace Without Justice. Secondo quanto riporta Le Soir Visentini è stato rilasciato con la condizionale, Kaili e Giorgi restano in carcere, mentre il padre dell’ex vicepresidente è stato scarcerato. Convalidato anche il fermo di Antonio Panzeri. “Il Parlamento europeo e la presidente Metsola stanno collaborando attivamente e pienamente con le autorità di giudiziarie – ha sottolineato Juri Laas, portavoce della presidente – per favorire il corso della giustizia”. I reati a vario titolo contestati agli indagati sono corruzione, riciclaggio di denaro e partecipazione a un’organizzazione criminale.

La notizia della perquisizione di Tarabella è stata diffusa dai quotidiani belgi Le Soir e Knack. Tutti i dispositivi informatici sono stati sequestrati dagli investigatori dell’OCRC (Ufficio centrale per la repressione della corruzione) guidati dal giudice Michel Claise. Marc Tarabella non è stato fermato. Il fermo può essere eseguito solo in caso di flagranza di reato come è appunto avvenuto con Kaili, arrestata venerdì. Con Tarabella si tratta del secondo eurodeputato formalmente citato nell’ambito dell’inchiesta. L’ufficio all’Eurocamera di Tarabella era stato sequestrato venerdì dalla polizia giudiziaria. Tarabella è vallone di origini abruzzesi. Nel dibattito in plenaria a Strasburgo sui Mondiali di calcio in Qatar lo scorso 21 novembre, Tarabella aveva tenuto un discorso non negativo sul percorso fatto dal Paese del Golfo, anche se meno entusiasta rispetto a quello pronunciato dalla vicepresidente greca Eva Kaili. “Appena nove anni fa – aveva detto Tarabella in Aula – abbiamo votato a favore di una risoluzione sulla deplorevole situazione dei lavoratori in Qatar. Per nove anni non c’è stata alcuna risoluzione per il semplice motivo che c’erano stati progressi in materia di diritti dei lavoratori. Quindi, ovviamente, la situazione non è perfetta oggi in Qatar, tutt’altro. Restano ancora molti progressi da fare, ma è ancora il Paese che ha intrapreso il cammino delle riforme. E l’organizzazione dei Mondiali è stata probabilmente la molla che ha accelerato queste riforme”. “Bisogna riconoscere oggi”, ha aggiunto, che il Qatar è “l‘unico Paese della penisola arabica” che ha “abbandonato la kafala, questo sistema di dipendenza dei lavoratori. Salario minimo, versamento su conto corrente, organizzazione di consulenze all’interno delle aziende, anche se ancora oggi i sindacati non sono autorizzati. Quindi oggi, il discorso unilateralmente negativo mi sembra dannoso per l’evoluzione dei diritti in futuro in Qatar. Perché l’importante è che, spente le luci dei Mondiali, l’evoluzione positiva continui non solo in Qatar, ma che possa estendersi a tutti i Paesi della penisola arabica. Se ci sono due milioni di lavoratori migranti in Qatar, ce ne sono quaranta milioni in tutta quest’area e tutti meritano un destino molto più favorevole”.

Come riporta Le Soir Tarabella, 59 anni, è stato eurodeputato dall’agosto 2004 al luglio 2007 poi nuovamente dal luglio 2009. Tarabella è vicepresidente della delegazione per i rapporti con la penisola arabica al Parlamento europeo. È stato anche ministro vallone della formazione e ministro della gioventù della Comunità francese (2007-2009). Inizialmente contrariato per la designazione del Qatar come paese ospitante dei Mondiali 2022 “lo scorso anno si era ammorbidito notevolmente, aumentando anche i suoi interventi a favore del Paese del Golfo”. Il quotidiano belga ricorda come il 26 ottobre l’eurodeputato avesse dichiarato che colpire il Qatar (“Qatar bashing”) fosse “ridicolo e ipocrita” perché “il Paese ha fatto molti sforzi, soprattutto in termini di diritti del lavoro”. Lo stesso giorno a L’Avenir aveva detto: “Boicottare il Qatar è ipocrisia. La situazione può essere migliorata, ma ci sono stati progressi. Abbandonare i maxischermi, le trasmissioni pubbliche, è veramente stupido. Il Mondiale è una festa da vivere insieme. Incoraggio le persone a seguirla. Una posizione che ha ripetuto più volte, sui media ma anche a convegni”. E poi appunto nel dibattito in plenaria. “Lo stato del Qatar – fa sapere in una nota un funzionario del paese – respinge categoricamente ogni tentativo di associarlo ad accuse di cattiva condotta” Tarabella ha assicurato all’agenzia Belga di non avere “nulla da nascondere” e di voler collaborare alle indagini. Il partito socialista lo ha convocato per essere sentito davanti alla commissione di vigilanza.

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