Scontro a “Otto e mezzo” (La7) tra l’ex parlamentare del Pdl Italo Bocchino, attualmente alla guida del quotidiano di destra Secolo d’Italia, e il direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, sull’annunciata riforma della Giustizia del governo Meloni, riforma le cui novità sono state esposte dal Guardiasigilli Carlo Nordio durante la sua audizione in Commissione Giustizia al Senato.

Bocchino, che pure aveva lasciato con Gianfranco Fini il Pdl per la posizione di Berlusconi sulla giustizia, difende strenuamente Nordio e Meloni: “In Italia non c’è garantismo. Le procure danno ai giornalisti fascicoli di intercettazioni che vengono sparate sui giornali. Vengono così rovinate delle vite e nel frattempo sei pure assolto”.
Travaglio smentisce categoricamente, ma Bocchino rincara: “Siamo un paese che spende troppi soldi per le intercettazioni perché i pm non fanno più le indagini come si facevano una volta. Hanno scoperto che attaccando uno spinotto è molto più comodo, perché vengono a sapere tutto quello che fanno le persone indagate. Quindi – continua – tagliare le intercettazioni è cosa utile. In più, con la scusa dell’obbligatorietà dell’azione penale, un pm, che ha 100 fascicoli, se il fascicolo grave non lo fa andare in prima pagina sui giornali, lo lascia lì. Se invece è molto meno grave e lo fa andare sui giornali, tira fuori quel fascicolo, decide lui. E questa è la cosa di cui parla Nordio”.

Travaglio, di fronte al ragionamento tortuoso di Bocchino, ride e ripete: “Ma che cosa dici?”.
Bocchino replica: “Travaglio prima ha fatto un elenco di reati dove ci tiene tanto che ci sia la corruzione, perché la lotta alla corruzione è un tema a lui caro”.
Beh, dovrebbe essere caro a tutti i cittadini“, commenta la conduttrice Lilli Gruber.
Veramente la corruzione è un furto ai cittadini“, puntualizza il direttore del Fatto.
“Tu vedi la corruzione in tutta la politica”, accusa Bocchino.
“No, la vedo in molti esponenti che avete riportato in Parlamento”, ribatte Travaglio.
Bocchino rilancia ancora sulle intercettazioni e sui pm: “I pm tendono a punire preventivamente per via cautelare una persona che ritengono colpevole ancor prima che si inizi il giudizio”.

Travaglio chiede a Bocchino di fare i nomi, ma interviene Gruber che, rivolgendosi a Bocchino, osserva: “Qui stai dipingendo un mondo aberrante della giustizia e della magistratura“.
Distorto“, commenta l’ex parlamentare.
“Per fortuna è tutto falso“, replica Travaglio.
“Il 90% dei magistrati, però, lavora benissimo”, continua Bocchino.
E Gruber ribatte: “Non so se sia il 10% dei magistrati la percentuale che, secondo te, non lavora benissimo. Ma so per certo che sicuramente le intercettazioni sono fondamentali in tutte le inchieste contro la criminalità organizzata. Quindi, dipingere la magistratura come un mondo poco serio non si può fare in questa trasmissione“.
Bocchino ribadisce la sua tesi e accusa i giornali, in particolare Il Fatto, di aver pubblicato intercettazioni inerenti a due amanti.
Travaglio chiede ripetutamente di chi si tratta: “Non parlare a vanvera, dicci il nome di almeno un magistrato che vuole uccidere qualcuno con le intercettazioni”.
Anche Gruber si accoda alle richieste di Travaglio: “Si può sapere di quale inchiesta parli?”.
Ma di fronte alle risposte evasive di Bocchino, che, appellandosi a una non ben specificata privacy, traccheggia e risponde che manderà tutto a Travaglio con un whatsapp, Lilli Gruber mette il punto sulla discussione, dando la parola alla giornalista dell’Adnkronos Ileana Sciarra.

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