“Siamo stati accusati da Soumahoro, noi e altre organizzazioni, sindacati e associazioni, di lucrare sui campi dei migranti. Sentire questi attacchi e sapere poi dell’inchiesta sulle cooperative gestite dalla moglie e dalla suocera mi ha amareggiato. Il suo atteggiamento è stato per lo meno incoerente“. A dirlo all’AdnKronos è don Andrea Pupilla, responsabile della Caritas di San Severo (Foggia), a proposito dell’attività politico-sindacale svolta negli scorsi anni in Puglia da Aboubakar Soumahoro, il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra finito nella bufera per le accuse di maltrattamenti e stipendi non pagati rivolte ai suoi familiari. Il sacerdote fa riferimento in particolare ai Torretta Antonacci, uno dei maggiori ghetti di migranti del foggiano, “dove, specie negli ultimi tempi, si respira grande tensione e dove non è facile lavorare, anche grazie a lui. L’attività di Soumahoro nei campi, solo virtuale e tesa ad accendere fuochi, non l’abbiamo denunciata ora”, attacca. E rivela: “Quando è stato candidato, ho scritto personalmente all’onorevole Fratoianni in privato, dicendogli che stavano facendo un autogol, ma naturalmente non mi ha risposto: evidentemente ha prevalso il racconto virtuale del leader di una nuova sinistra”.

Intanto Repubblica dà voce alle denunce di sindacalisti e volontari foggiani su una vicenda risalente al Natale 2021, quando Soumahoro si recò vestito da Babbo Natale in un altro ghetto del foggiano, quello di Borgo Mezzanone, per consegnare i regali ai bambini migranti, dopo aver raccolto allo scopo 16mila euro sulla piattaforma GoFundMe. Un’iniziativa che a chi frequenta quei luoghi ogni giorno sembrò strana da subito. “A Borgo Mezzanone i bambini sono pochissimi. C’erano ben pochi giocattoli da distribuire”, dice lo stesso don Pupilla. “Davanti a fenomeni complessi non c’è bisogno di navigatori solitari, ma di risposte corali. Non serve un sindacalista che viene da fuori, urla, fa i selfie e magari costruisce una carriera politica, soprattutto quando c’è anche un po’ di incoerenza”. “Nel ghetto non ci sono bambini“, conferma Daniele Iacovelli della Flai Cgil locale. E sostiene che gli uomini un tempo vicini al parlamentare fossero gli stessi che riforniscono di braccia il sistema criminale delle campagne: “Hanno i simboli del sindacato sulle loro baracche, ma sono al tempo stesso dei caporali. Sappiamo che i soldi dei lavoratori in parte andavano ai caporali”.

Sulla vicenda coop, nel frattempo, l’Ispettorato del lavoro conferma che sono in corso “da mesi” accertamenti sulle due società della moglie e della suocera di Soumahoro, la Karibu e il Consorzio Aid, avviati “in base alle denunce di alcuni lavoratori” e attualmente “in via di conclusione”. E sul fronte politico è atteso nelle prossime ore un incontro tra il deputato e i leader del suo gruppo, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, che si aspettano chiarimenti sul caso. “Io penso che si debba sempre tenere distinta, in molto netto, la vicenda giudiziaria dalla dimensione della politica, che riguarda le questioni del diritto del lavoro, e su questo io credo sia giusto avere un confronto diretto. Quando lo avremo avuto nelle prossime ore ognuno farà delle valutazioni”, ha detto Fratoianni ad Agorà su Rai 3. Mentre Bonelli esclude che nei confronti di Soumahoro il gruppo possa adottare un provvedimento di sospensione: “Siamo un’alleanza che fa del garantismo un principio importante. Certo è che abbiamo detto che c’è una questione politica su cui è necessario e urgente il confronto con Aboubakar, che deve delle spiegazioni non solo a noi ma anche a chi ci ha votato e stiamo sollecitando affinché questo incontro si svolga il più rapidamente possibile”.

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Bonelli: “Nessuna sospensione né espulsione per Soumahoro, ma chiesto incontro con lui per la sua versione dei fatti”

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