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Giulia Elettra Gorietti, il racconto choc: “8 ore di allenamento e una bottiglia d’acqua in 15 atlete. Solo insalta e yogurt: così ho detto addio alla ginnastica”

"Ci tengo a raccontare quanto ho vissuto perché la mia allenatrice era una formatrice nazionale della Federazione Ginnastica Italiana e parte della direzione tecnica per la regione Lazio sezione ginnastica ritmica. Sembra strano che in Federazione o al Coni non abbiano mai saputo nulla sui metodi", le parole dell'ex atleta oggi attrice

di F. Q.

Si chiama Giulia Elettra Gorietti e oggi è una giovane attrice molto apprezzata. Fino ai 13 anni però è stata una ginnasta e si è allenata anche con la Nazionale di ritmica. Ha deciso di smettere con la disciplina che amava e di raccontare perché la vita delle atlete può essere un inferno. Gorietti esclude le responsabilità dei presidenti delle sue società Roma70 e Balduina dove si allenava ma afferma: “Per anni mi sono sentita una pazza, pensavo di essere sola. Ci tengo a raccontare quanto ho vissuto perché la mia allenatrice era una formatrice nazionale della Federazione Ginnastica Italiana e parte della direzione tecnica per la regione Lazio sezione ginnastica ritmica. Sembra strano che in Federazione o al Coni non abbiano mai saputo nulla sui metodi adottati da molti allenatori”. Cosa ha detto a Repubblica? Cosa succedeva durante gli allenamenti? Durante gli ultimi collegiali ai quali a partecipato a Viareggio nel 2000, “per 8 ore di allenamento avevamo una bottiglia d’acqua in 15 ginnaste. La mattina c’era la prova bilancia e una ragazza fu cacciata perché aveva preso 400 grammi”. Ancora, le ispezioni delle stanze per vedere se le altlete stessero nascondendo cibo e la gioia per una vaschetta di gelato comprata di nascosto: “Rivedo il loro entusiasmo mentre affondano i cucchiaini in quel gelato e ricordo che osservai la scena come se per un attimo non fossi stata anch’io parte di quel gruppo, Mi sembrò assurda. Credo sia stato il primo momento in cui mi sono resa conto che il modo in cui stavamo vivendo era malato”. Oggi Gorietti ha preso un’altra via ed è felice. Ma quanto difficile è stato uscire dai meccanismi innescati in quel mondo? “Fino a 23 anni non sono riuscita a fare un pasto normale davanti a un uomo. Solo yogurt, insalata o riso: ciò che mi era concesso quando mi allenavo. Mi avevano insegnato che il cibo era una vergogna e così ho continuato. Nonostante l’amore provato per quello sport non lo farei mai fare a mia figlia”.

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