L’Italia è sotto una propaganda pesantissima e afflittiva che impedisce al nostro Paese di godere pienamente della libertà di informazione che dovrebbe caratterizzare le società libere. Televisioni, radio, quotidiani, l’intensità della propaganda in Italia è pari a quella in Russia. Quando si verifica una simile afflizione, l’Università, che è il vero pilastro della libertà, interviene in favore dei cittadini per favorire la crescita della loro consapevolezza nel rispetto della missione umanistica che la società libera le affida.

Esiste un metodo per accorgerci quando i media italiani ci stanno manipolando?

Esiste, ma è complesso, perché è radicato in anni di studio della teoria sociologica classica e contemporanea. In questa sede, indico tre tecniche per scovare i messaggi distorti sulla guerra.

La prima tecnica consiste nel prestare attenzione al “doppiopesismo”.

Ecco un esempio.

I media italiani dominanti sostengono che la Russia sarebbe allo stremo militare perché acquista i droni dall’Iran. Ma le ragioni per cui uno Stato compra armi da un altro Stato possono essere le più varie. Può accadere che Guido Crosetto chieda alla Francia di costruire le bombe a mano per l’esercito italiano perché produrle a Milano costerebbe troppo; perché vuole impegnare l’industria militare in un altro tipo di prodotto; perché teme che i lavoratori italiani si rifiuterebbero di costruire quel tipo di ordigno o magari perché una certa lobby francese riesce a persuaderlo.

Siccome la propaganda è volta a parlar male del nemico, la conclusione è che la Russia compra i droni dall’Iran e le munizioni dalla Corea del Nord perché il suo esercito sta per crollare. Di contro, l’Ucraina riceve tutte le armi dall’Occidente però i media italiani, ricorrendo al doppiopesismo, non applicano all’Ucraina lo stesso criterio di valutazione che vige per la Russia. La Russia compra i droni dall’Iran e, di conseguenza, la sua Difesa è al collasso però l’Ucraina, che prende tutte le armi dall’Occidente, ha un esercito fortissimo e uno Stato solido (che, in realtà, è in bancarotta).

La seconda tecnica per identificare i messaggi distorti consiste nell’osservare lo scarto tra ciò che i media dicono e ciò che i protagonisti della guerra fanno. Ecco un esempio. I media italiani DICONO che la Russia è crollata sotto il profilo militare. Tuttavia Biden FA una cosa che suggerisce altro: si rifiuta di inviare all’Ucraina armi troppo temibili perché sa che la Russia risponderebbe con armi ancora più temibili. Il FARE di Biden è in contrasto con il DIRE dei media italiani. Se la Russia avesse finito le risorse militari, Biden non avrebbe problemi a dare all’Ucraina le armi per colpire il territorio russo. Ciò che Biden FA smentisce ciò che i media italiani DICONO.

La terza tecnica per scovare i manipolatori richiede di prestare attenzione all’uso strategico dei titoli scientifici.

Se una trasmissione presenta un ricercatore sciorinando i suoi titoli scientifici, e poi quel ricercatore afferma che le colpe della guerra sono soltanto della Russia, quella trasmissione sta sicuramente cercando di manipolare il pubblico. La premessa pomposa ai titoli scientifici serve per indurre gli ascoltatori a credere che quel ricercatore sia l’incarnazione dell’oggettività. Tuttavia, un ricercatore può avere i titoli scientifici ed essere corrotto, timoroso di perdere il posto di lavoro o preoccupato di ingraziarsi il governo di turno. L’Università, soprattutto in tempo di guerra, non dovrebbe mai venire meno alla propria funzione umanistica, che è una funzione di liberazione, nel rispetto del progetto illuministico.

Viva la società libera.

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