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La Corte europea di Giustizia dà ragione a Fiat, non dovrà restituire le agevolazioni fiscali ricevute nel 2015 dal Lussemburgo

La sentenza della Corte europea è una sconfitta per l’Antitrust Ue e "una grave sconfitta per l’equità fiscale", scrive in un tweet la vicepresidente Ue Margrethe Vestager, responsabile per la Concorrenza
La Corte europea di Giustizia dà ragione a Fiat, non dovrà restituire le agevolazioni fiscali ricevute nel 2015 dal Lussemburgo
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La Corte europea di giustizia ha deciso di annullare la decisione con cui la Commissione Ue nel 2015 chiese al Lussemburgo di recuperare da Fiat Chrysler Finance Europe agevolazioni fiscali ritenute illegittime e incompatibile con la regolamentazione del mercato unico ottenuto attraverso il meccanismo di tax ruling. Bruxelles aveva chiesto la restituzione a carico dell’allora Fiat di 30 milioni di euro. Secondo la Corte l‘analisi del caso effettuata dalla Commissione era “errata”. La tesi dell’Antitrust Ue è che questi aiuti alle grandi aziende distorcano la concorrenza e siano finalizzati ad attrarre sul proprio territorio filiali delle grandi multinazionale. Ben più consistente il caso irlandese con Dublino che è riuscita ad evitare di recuperare dalla statunitense Apple 13 miliardi di euro come chiedeva la Commissione.

“Studieremo attentamente la sentenza e le sue implicazioni. La decisione della Commissione riguardava un ruling fiscale emesso dal Lussemburgo nei confronti di Fiat nel 2012, che determinava la metodologia per il calcolo dell’utile imponibile della società finanziaria di Fiat. A seguito del ruling fiscale, Fiat ha ridotto il proprio carico fiscale fino a 30 milioni di euro dal 2012″, spiega Vestager.

In discussione nel caso Fiat è l’interpretazione da parte dell’Ue del cosiddetto principio di libera concorrenza che, ai fini fiscali, mira a garantire che le transazioni tra controllate siano basate sui prezzi di mercato. La sentenza della Corte europea è una sconfitta per l’Antitrust Ue e “una grave sconfitta per l’equità fiscale“. Lo scrive in un tweet la vicepresidente Ue Margrethe Vestager, responsabile per la Concorrenza. La famiglia Agnelli – Elkann del resto ha da sempre uno stretto legame con paesi fiscalmente molto accoglienti. La scorsa estate Exor, la holding a cui fanno capo le varie partecipazioni tra cui il 14,3% di Stellantis, il 64% della Juventus e l’89% di Gedi che pubblica i quotidiani la Repubblica, la Stampa e il Secolo XIX, è stata completamente trasferita in Olanda togliendola dal listino di piazza Affari per essere quotata ad Amsterdam.

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