Si è conclusa alle 18 la manifestazione contro il caro bollette e per la difesa dell’ambiente e del lavoro organizzata a Napoli da Insorgiamo, una piattaforma voluta dal collettivo di fabbrica della Gkn di Firenze e dal Movimento disoccupati 7 novembre. Circa 10mila attivisti provenienti da tutta Italia, in particolare da Firenze, Milano, Pavia, Piacenza, Roma e dalle Marche, si sono riuniti in Piazza Garibaldi e hanno sfilato fino a piazza Municipio. “Non paghiamo guerra, carovita e disoccupazione” sono le parole scritte sullo striscione che apre il corteo. Durante il corteo c’è stato qualche momento di tensione: petardi e bengala sono stati lanciati contro la sede del Comune di Napoli e una banca. Poi, i manifestanti hanno bruciato bollette e cartelle esattoriali dinanzi alla sede dell’Inps. Le vetrine di Gucci, Prada e Louis Vuitton, invece, sono state imbrattate con salsa di pomodoro.

Tra i temi dell’iniziativa c’è anche la questione ambientale. Al corteo c’erano infatti anche gli attivisti per il clima di Fridays for Future. “Il processo di convergenza di lotte sociali, civili e climatiche si ritrova a Napoli per una nuova tappa della mobilitazione sociale dal basso” hanno spiegato i promotori dell’iniziativa. Michela Spina, portavoce nazionale di Fridays For Future Italia, ha dichiarato: “Convergiamo e insorgiamo perché la lotta climatica non può prescindere da quella per la giustizia sociale. Siamo al Sud Italia, in una delle città più povere d’Europa, qui precarietà e assenza di prospettive si mescolano agli effetti della crisi climatica, del biocidio in un mix letale che devasta le vite dei territori e di chi li abita. Adesso basta”. Secondo il Collettivo di Fabbrica ex Gkn “a Napoli insorgono i disoccupati e noi convergiamo. Stiamo lottando per il lavoro come loro. Noi cassaintegrati e loro disoccupati: è il sistema stesso ad avvicinarci. Percorriamo a ritroso la via che tanti noi hanno fatto emigrando, per andare a dire che noi siamo la classe dirigente di questo paese. Che siamo in grado di porre fine a disoccupazione e miseria. E che siamo una sola famiglia allargata”

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