Venticinquemila ragazzi di Napoli e provincia, i giovani a più bassa aspettativa di vita media di Italia secondo Istat ormai da tanti anni, senza che nessuno osasse mai nemmeno spiegargli il perché di questo dato che incombe sulla Provincia di Napoli a partire dagli anni Settanta, sono stati trasportati in Piazza del Plebiscito a Napoli, alla modica cifra di 300mila euro a carico della Regione Campania, per manifestare a favore della pace in Ucraina, per volontà del nostro Presidente di Regione Vincenzo De Luca.

Non è stata una scelta unanimemente condivisa e da molti definita esplicitamente “ambigua”. In piazza tutte le associazioni e i movimenti che hanno deciso di aderire. Presente anche il Napoli Calcio. Trasmessi alcuni videomessaggi dei campioni azzurri, al grido “No war”.

Questi ragazzi invocano la pace per l’Ucraina, e non per la guerra vera, mortale e soprattutto volutamente ignorata, che li uccide ogni giorno, in silenzio, a casa loro, nella nostra Terra dei Fuochi, che, come la parola “guerra” in Russia, in Campania non si deve neanche nominare per non “danneggiare” il buon nome delle nostre pummarole, con buona pace della salute dei nostri bambini.

Giusto il 27 ottobre si è tenuta una importante assemblea pubblica a Napoli est Porto per contrastare l’ennesimo insulto alla salute pubblica e a alla sicurezza dei cittadini di tutta Napoli per le rimanifestate volontà di installare comunque un maxi deposito di gas Gnl dentro il Porto, a rischio disastro ed esplosione in piena zona rossa e gialla del Vesuvio, nella zona più massacrata da cancro, infarti e ictus di Italia, come certificato ancora in questi giorni direttamente dal Ministero della Salute italiano, nel costante silenzio della epidemiologia di regione Campana.

Due multinazionali dell’energia, Edison e Q8, nonostante ripetute bocciature per la follia “esplosiva” della proposta in zona vulcanica attiva, ripropongono l’impianto già bocciato di un deposito di Gnl nell’area di Vigliena a San Giovanni a Teduccio, asserendo nei documenti che accompagnano il progetto che in mancanza di dati specifici sull’incidenza delle malattie come causa di morte sull’area interessata (Rencam), San Giovanni a Teduccio non deve essere considerato un ambito particolarmente fragile da un punto di vista sanitario ma equiparato al resto della città come valutazione dei livelli di salute.

I periti di Edison e Q8 hanno osato affermare che non riconoscevano i nostri dati come ufficiali e che comunque l’eccesso di mortalità nell’area orientale da noi dimostrato non sarebbe di per sé un elemento di valutazione fondamentale ai fini della Vis (Valutazione di impatto sanitario); ma bisognerebbe rifarsi a dati più specifici in possesso di Asl e Regione, in mancanza dei quali si dovrebbe procedere con l’approvazione del piano. E qui casca l’asino, cioè la Regione Campania.

In questi giorni diversi lavori scientifici, mai prodotti in Campania, hanno certificato la provincia di Napoli come quella più colpita in Italia da cancro, infarti e ictus in Italia, ampiamente giustificando quindi il dato Istat ultradecennale che certifica questi ragazzi a più bassa aspettativa di vita in Italia.

Ancora, in questi giorni il report Mal’aria di Legambiente ha certificato che Torino, con 69 sforamenti ad ottobre 2022, risulta la città a maggiore danno da inquinamento da polveri sottili di Italia, ma non ha inserito ad esempio, non essendo capoluoghi di provincia, Comuni del Napoletano, come Volla, e tutti i comuni del nolano, che sforano da decenni molti più di Milano e Torino: esempio, Volla è a 77 sforamenti all’11 ottobre 2022. Questo è danno alla salute certo e lo registriamo da decenni in provincia di Napoli, ma tutto tace e soprattutto nulla si fa per contrastarlo.

Ancora più grave risulta pero che, posta la “bravura” del registro tumori della Asl Na 3 che si estende da Sorrento a Volla, i cittadini di Volla, massacrati da oltre 434mila passaggi Tir/anno provenienti dal Porto di Napoli nel sogno mai realizzato di una ferrovia dedicata, hanno ora la certezza di essere colpiti in eccesso da cancro al polmone più di tutta Italia.

Questa tragica certezza non la possono però avere i cittadini di Napoli est Porto San Giovanni, dove appunto le multinazionali dell’energia, proprio a causa di questa assenza di dati fermi al 2012 sul sito Asl 1, osano pure riproporre impianti in grado non solo di aggravare lo stato di salute della popolazione a minore aspettativa di vita di Italia, ma soprattutto di evocare disastri inimmaginabili nella zona vulcanica più pericolosa al mondo!

Noi Medici dell’Ambiente, nel lontano 2012, ottenemmo una delibera regionale, votata all’unanimità, che prevedeva un congruo finanziamento per tutte le Asl della Campania. La cifra di 300mila euro all’anno era la cifra media destinata specificamente al funzionamento ottimale dei registri tumori più in difficolta come appunto quello della Asl 1 Napoli centro e Porto. La legge fu affossata, i finanziamenti bloccati, e cosi abbiamo ottenuto che a Volla i dati siano aggiornati al 2020, mentre a Napoli est Porto i dati sono fermi al 2012!

E stamattina devo prendere atto che per urlare “Stop alla guerra in Ucraina!” i nostri ragazzi, quelli a più bassa aspettativa di vita di Italia perché vivono una guerra vera e mortale (inquinamento e Terra dei Fuochi), regaleranno alle ditte di trasporto per questa bella gita non meno di 300mila euro che potevano, quindi, essere destinati per permettere alla Asl 1 di produrre i dati sulla loro salute aggiornati al 2020, per evitare – oltre al danno di una guerra vera ignorata – anche la beffa di un’imposizione di impianti tossici ed esplosivi che rinnovano la richiesta proprio per la assenza di dati sanitari che ne impedirebbero la riproposizione.

“Stop alla guerra! A tutte le guerre! In Ucraina come in Campania!”.

Articolo Precedente

Clima, contro il caro bollette c’è una grande occasione da cogliere. Altro che nucleare

next
Articolo Successivo

Clima, l’anticiclone africano di Halloween porta con sé sole e caldo anomalo fino a Ognissanti. Temperature record in montagna

next