Cingolani consulente del governo Meloni? Non mi stupisce affatto, è in linea con la visione culturale e politica della destra. Cingolani ha sempre fatto politiche contro il clima, oltre ad aver fatto di tutto per fermare il passaggio alle auto elettriche e ad aver rallentato il processo di installazione delle rinnovabili in Italia. Resta abbastanza singolare il fatto che Giorgia Meloni, che prima e durante la campagna elettorale era contro il governo Draghi, oggi recuperi tasselli fondamentali di quell’esecutivo”. Così, ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” (Radio Cusano Campus), il deputato dei Verdi, Angelo Bonelli, si pronuncia sulla nomina dell’ex ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani a consulente del nuovo governo Meloni.

Bonelli spiega: “Ricordo che Fratelli d’Italia, con Lega e Forza Italia, in Europa ha votato contro il piano “Fit for 55”, il pacchetto climatico europeo che deve avviare la transizione ecologica anche dal punto di vista industriale. Allo stesso tempo l’ex ministro Cingolani ha inviato mail a tutti i parlamentari europei per chiedere di prendere le distanze dal piano della Commissione Europea. Noi siamo molto preoccupati. Lo eravamo allora e lo siamo anche oggi. Lo stesso ministero della Transizione Ecologica ha cambiato nome ed è diventato ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica – continua – Anche qui ricordo che più di una volta Giorgia Meloni ha detto che la transizione ecologica è solo fondamentalismo ideologico, Cingolani l’ha definita ‘un bagno di sangue’. Questo dimostra che a volte cambiare i nomi non serve proprio a nulla. Il problema sono le politiche. Noi invece riteniamo che questo Paese debba contare sulla transizione ecologica, perché altrimenti si rimane indietro”.

Il parlamentare critica duramente anche lo spacchettamento delle competenze relative all’ambiente in più dicasteri: “Al ministero di Musumeci, quello del Sud, vanno le politiche del mare, mentre a Salvini va la mobilità sostenibile. È una cosa grave, perché il mare non è scollegato dalle politiche ambientali. Lo spacchettamento in più competenze è solo una forma di lottizzazione per accontentare le varie componenti del governo Meloni. Manca insomma una visione di sistema – prosegue – che è in linea con questa destra che non ama tanto l’ambiente. Contano infatti le cose che hanno detto in campagna elettorale e i voti che hanno prodotto, ad esempio, in Ue, dove si sta giocando una partita estremamente importante contro il cambiamento climatico. Oltre che al piano “Fit for 55”, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega in Ue hanno votato anche contro il Green Deal, un pacchetto di risorse che deve aiutare la transizione ecologica. Adesso vedremo cosa faranno.”.

Finale riflessione di Bonelli sul ministero della Sovranità Alimentare: “Molti di sinistra, come Laura Boldrini, impropriamente hanno attaccato questa denominazione. E invece hanno sbagliato, perché la sovranità alimentare è una cosa importante: fa riferimento alla battaglia dei contadini della via campesina. Sovranità alimentare significa attuare la transizione ecologica e difendere le produzioni locali, ma Fratelli d’Italia in Europa ha votato a favore della Pac (riforma della Politica agricola comune, ndr), che è l’esatto opposto della sovranità alimentare – conclude – perché la Pac si fonda sul dare finanziamenti a cascata all’agro-business e alle grandi multinazionali agricole europee, il che non ha nulla a che vedere con la sovranità alimentare. Ci sono, insomma, elementi esclusivamente nominalistici e di propaganda. Chi oggi guida quel ministero fa parte di un partito che fino a ieri ha fatto l’esatto contrario della sovranità elementare”.

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