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Giovanni Zito, il medico ex sindaco di Pompei accusato di violenze sessuali: il gip gli vieta di esercitare la professione, ma solo con le donne

I video delle sue visite mediche sono stati passati al vaglio della consulente del pm, che non ha ritenuto consoni i palpeggiamenti messi in atto “sfruttando la posizione di inferiorità psicologica delle vittime”. “Si tratta di fatti seriali commessi con spregiudicatezza e abilità”, scrive il gip, secondo cui l'indagato “considera le sue pazienti come una sorta di personale riserva di caccia sulla quale dar sfogo alle sue pulsioni sessuali”
Giovanni Zito, il medico ex sindaco di Pompei accusato di violenze sessuali: il gip gli vieta di esercitare la professione, ma solo con le donne
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Divieto di esercitare la professione medica per un anno, ma solo con le pazienti di sesso femminile. È la misura cautelare decisa dal gip di Torre Annunziata Antonello Anzalone per l’ex sindaco di Pompei Giovanni Zito, già presidente nazionale dell’Arca, l’associazione dei cardiologi ambulatoriali. È accusato di violenza sessuale continuata: a inchiodarlo, secondo l’accusa, i video delle sue visite mediche nell’ambulatorio Asl di Pompei, riprese di nascosto da una microcamera installata dagli agenti del commissariato di polizia della città, guidato dalla dottoressa Antonella Palumbo.

I video – evidenzia in una nota il procuratore capo di Torre Annunziata Nunzio Fragliasso – risalgono al 2021. E sono stati passati al vaglio della consulente medica del pm, la dottoressa Marianna Ricci, che ha ritenuto non consoni i palpeggiamenti messi in atto da Zito durante le visite. Pratiche che in alcuni casi non venivano nemmeno percepite come inopportune, perché il cardiologo – secondo il giudice – agiva “sfruttando la posizione di inferiorità psicologica delle vittime”. Pare inoltre che il medico cambiasse atteggiamento a seconda dell’età e del sesso dei pazienti. I filmati secondo chi li ha visti, sono piuttosto espliciti: ne sono stati estratti dei fotogrammi, riportati nell’ordinanza.

“Si tratta di fatti seriali commessi con spregiudicatezza e abilità”, scrive il gip. Dagli accertamenti, aggiunge, è emerso che l’indagato “considera le sue pazienti come una sorta di personale riserva di caccia sulla quale dar sfogo alle sue pulsioni sessuali”. Pur condividendo l’impostazione accusatoria rispetto ai sette episodi di violenza contestati, tuttavia, il giudice ha respinto la richiesta di arresto ritenendo sufficiente la misura del divieto di svolgere visite mediche. E soltanto sulle donne.

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