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Brescia, padre strappa il figlio all’assistente sociale e si barrica in casa: dopo trattative apre ai carabinieri. “È sequestro di persona”

Secondo quanto ricostruito dai militari, l’uomo si trovava agli arresti domiciliari perché un anno fa aveva aggredito l’ex moglie e l'avvocato della donna, sempre per questioni legate al figlio di quattro anni. Il procuratore capo di Brescia: "Il bambino sta bene e il padre si è pentito del gesto che ha fatto. Tecnicamente è un sequestro di persona e sarà arrestato"
Brescia, padre strappa il figlio all’assistente sociale e si barrica in casa: dopo trattative apre ai carabinieri. “È sequestro di persona”
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Un bambino di quattro anni è stato strappato dalle mani dell’assistente sociale dal padre che poi è scappato con lo stesso minore. È accaduto nel pomeriggio del 5 ottobre a Rodengo Saiano, nel Bresciano. I carabinieri hanno poi intercettato l’uomo, 35enne separato, che si è barricato in casa con il figlio a Roncadelle, in provincia di Brescia. Le trattative tra i militari e l’uomo per la restituzione del bambino sono proseguite tutta la notte. Nella mattinata di oggi, 6 ottobre, il 35enne ha aperto la porta ai carabinieri di Brescia. “La questione si è risolta. Il bambino sta bene e il padre si è pentito del gesto che ha fatto. Tecnicamente è un sequestro di persona e sarà arrestato”, ha dichiarato il procuratore capo di Brescia, Francesco Prete, uscendo dall’appartamento di Roncadelle. Era intervenuto in prima persona per seguire le delicate operazioni di trattativa. Il bambino è stato affidato ai servizi sociali.

Il trentacinquenne di origini romene si trovava agli arresti domiciliari: un anno fa aveva aggredito l’ex moglie e l’avvocato della donna, sempre per questioni legate al bambino che lui avrebbe voluto vedere più spesso. Ora è accusato di sequestro di persona per essersi presentato ieri all’incontro protetto per vedere il figlio armato di una pistola con matricola abrasa. I carabinieri da ieri sera avevano isolato l’intera area dell’abitazione dove padre e figlio erano barricati. Nella lunga trattativa l’uomo ha chiesto di avere un po’ di tempo prima di aprire la porta e restituire il bambino ai carabinieri. Questa mattina gli agenti avevano parlato al telefono con il minore, per avere certezza che le sue condizioni di salute fossero buone.

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