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“Mi picchiava e mi minacciava. Una volta tentò di farmi mangiare una tartaruga morta”: la difesa della 31enne che ucciso il fidanzato

Nell'interrogatorio di garanzia di fronte al gip Valentina Boscaro ha ribadito la sua versione dei fatti: "Non volevo ucciderlo, mi volevo difendere dall'ennesima aggressione, ero esasperata"
“Mi picchiava e mi minacciava. Una volta tentò di farmi mangiare una tartaruga morta”: la difesa della 31enne che ucciso il fidanzato
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“La nostra era una storia burrascosa, litigavamo sempre. Mi picchiava e mi minacciava”. E’ il centro della confessione di Valentina Boscaro, 31enne padovana agli arresti domiciliari per l’omicidio del fidanzato Mattia Caruso, 30enne accoltellato al cuore a Montegrotto Terme, Padova, la notte tra il 25 e il 26 settembre. “Quella sera guidava veloce, ha iniziato a strattonarmi tirandomi le mutande. Era imprevedibile quando beveva. Io ero stanca ed esasperata, ho visto il suo coltello sul cruscotto, l’ho preso e l’ho colpito”, ha dichiarato Boscaro davanti al giudice per le indagini preliminari durante l’interrogatorio di garanzia, secondo quanto riporta il Gazzettino. Il gip ha convalidato l’arresto della giovane che ha sostanzialmente confermato la versione già esposta agli inquirenti, cioè quella di una storia di violenze subite dal fidanzato che l’ha portata all’esasperazione. Davanti al magistrato Boscaro ha dichiarato di aver agito per difendersi dall’ennesima aggressione: ha utilizzato il coltello a serramanico del ragazzo ma non aveva intenzione di ucciderlo. La 31enne ha raccontato, inoltre, dei molti episodi di violenza a cui l’uomo l’avrebbe sottoposta durante la loro relazione. Secondo le dichiarazioni di Boscaro, una volta Caruso l’ha accusata anche di essere stata la causa della morte della sua tartaruga. Così, per punizione, ha cercato di obbligarla a mangiarne il cadavere. “Sono disperata. Volevo solo difendermi dall’ennesima aggressione, non volevo uccidere Mattia”, ha spiegato ancora.

Il suo legale, Nicola Guerra, ha aggiunto che la 31enne “sta male ed è sotto shock perché si rende conto di quel che è avvenuto. Una cosa che non avrebbe mai voluto accadesse”. La donna inizialmente aveva tentato di sviare le indagini, per poi confessare quattro giorni dopo l’omicidio.

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