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Kim Rossi Stewart: “Cerco Dio, sono andato a Medjugorje. Nel cristianesimo ci sono le istruzioni per l’uomo più sagge in cui mi sia mai imbattuto”

È un Kim Rossi Stuart inedito e profondamente spirituale quello che emerge dalla lunga intervista concessa a Sette del Corriere della Sera, che gli dedica la copertina a poche settimane dall’uscita di Brado, il suo terzo film da regista

di Francesco Canino

“Penso che ci sia tanto di buono, tanto tanto di buono nel cristianesimo e per questo indago”. È un Kim Rossi Stuart inedito e profondamente spirituale quello che emerge dalla lunga intervista concessa a Sette del Corriere della Sera, che gli dedica la copertina a poche settimane dall’uscita di Brado, il suo terzo film da regista, un “western anomalo” nel quale un padre e un figlio si ritrovano per compiere una impresa sportiva. “C’è molto del mio rapporto con mio padre”, ammette e poi rivela come infanzia e adolescenza per lui siano stati un periodo “incredibilmente faticoso”.

KIM ROSSI STUART PARLA DEL SUO PERCORSO DI SPIRITUALE – L’intervista a Kim Rossi Stuart parte da una foto di qualche settimana fa che lo ritrae in preghiera a Medjugorje, pellegrinaggio che arriva dopo un racconto ambientato nel santuario contenuto nel suo primo libro (uscito tre anni fa con la nave di Teseo, si intitola Le guarigioni) e che è parte del percorso spirituale intrapreso dall’attore. “Sono nato in un contesto davvero agli antipodi del cristianesimo. Fino all’eccesso. Un contesto ostile e critico verso la Chiesa, ai limiti dell’anticlericalismo”, rivela. Da tempo ha intrapreso un cammino di fede, di studio e di approfondimento anche grazie ad alcune persone “anche interne al mondo cattolico, che mi hanno davvero sorpreso e mi hanno fatto molto riflettere sui miei pregiudizi nei confronti di quell’universo”. Il regista studia, indaga, ed è andato a Medjugorje anche per questo. Per “comprendere il cristianesimo e i suoi temi. Credo che al di là del grado di fede che uno può avere sulle questioni più trascendentali, più misteriose, nel cristianesimo ci sono le istruzioni per l’uomo più sagge in cui mi sia mai imbattuto. Istruzioni per vivere, per stare in questo mondo”. E non esclude che prima o poi potrebbe fare un film “basato su queste cose che sto studiando e scoprendo”.

IL RAPPORTO CON LA FAMIGLIA E GLI INIZI COMPLICATI – Che Kim Rossi Stuart sia uno di quei personaggi che ha fatto della discrezione un punto di forza, è noto a tutti. In questa intervista a Sette però si lascia andare a diverse confessioni inedite, in particolare sul rapporto con la famiglia e la scelta di lasciare casa, a 14 anni, per andare a studiare a Roma. “Eravamo senza una lira. Aprivo il frigo ed era vuoto, qualcosa mi dovevo inventare. Ho cominciato a lavorare subito. Prima sono stato un po’ ospite su qualche divano di amico e poi ho cominciato ad affittare un appartamento, avevo 16 anni”, spiega. La svolta arriva nel ’93 con il suo primo film importante e la morte del padre. “La perdita di un padre è chiaro che è un passaggio abbastanza forte da vivere. Avevo 23 anni. Ma diciamo che infanzia e adolescenza per me sono state un periodo incredibilmente faticoso. Fino ai 27 anni è stato come avere un blocco dentro. Di angoscia”.

L’AMORE CON ILARIA SPADA (E LA FAMIGLIA NUMEROSA) – C’è spazio poi anche per un’altra incursione nel privato di Rossi Stuart, in particolare nel rapporto con la moglie, l’attrice Ilaria Spada. “Sia io sia mia moglie eravamo convinti prima di conoscerci che non avremmo mai avuto figli”, confessa. E per questo entrambi sono sorpresi del cambiamento che li ha travolti. “Banalmente chi non ha figli si sente dire che sono veramente il turning point, la meta che dà tutta un’altra prospettiva alla vita, beh sì insomma, adesso lo penso pienamente anche io e capisco ora chi me lo diceva allora: riposiziona proprio tutto essere genitori, è una cosa bellissima. Dopo il primo ci siamo detti “perfetto, assetto a tre perfetto”. Poi a 4 abbiamo detto “però a 4 la cosa è più… stabile ancora”, adesso a 5, con la femmina dopo i due maschi… vabbè l’abbondanza”. Ne arriveranno altri?

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