Cultura

Lo Scaffale dei Libri, la nostra rubrica letteraria: diamo i voti a “L’elbano errante” di Cacucci e “Non sarò mai la brava moglie di nessuno” di Busato

di Davide Turrini e Ilaria Mauri

Chi non conosce la saga del cavaliere errante Don Chisciotte della Mancia, Cavaliere dalla Triste Figura sempre in sella a Ronzinante? Epica letteraria che ha attraversato il Siglo de oro, le sue maschere e i suoi carnevali e le innumerevoli riscritture. ‘Salvati e un giorno racconta la mia storia’ chiede Lucero a Miguel come Amleto a Oreste. Lucero è l’elbano errante che dà il titolo all’ultima omonima opera di Pino Cacucci (Mondadori); Miguel, che compare a oltre due terzi della poderosa opera (più di 900 pagine) è Miguel de Cervantes, anomalo soldato dei Tercios spagnoli che preferisce i romanzi alla vita militare. Lucero è soldato per disperata necessità perché come nella storia della Reconquista cristiana della Spagna– lungamente evocata dall’autore- tutto parte da una sorella oltraggiata da un moro e dal desiderio di vendetta di un fratello. Il desiderio disperato di riscatto attraversa tutta l’epica cavalleresca di questo racconto e inizia fin dalle primissime pagine quando le galee turche- siamo nel 1544 – attaccano l’isola d’Elba seminando distruzione e rapendo la bella e giovane Angiolina, lasciando il fratello Lucero adolescente senza più famiglia (i turchi bruciano viva la madre). Con una prosa instancabilmente vivace che mischia abilmente storia e invenzione narrativa si dipanano quasi cinquant’anni di storia cinquecentesca seguendo l’indomito Lucero che intraprende fin da giovanissimo il mestiere delle armi, meditando un giorno di arrivare ad Algeri e salvare la sorella, fatta schiava dai turchi. Formazione alla scuola di scherma più antica d’Europa (è a Bologna che sorpresa!), duelli clandestini al Collegio di Spagna e bevute all’Osteria dell’Orsa (sempre a Bologna nel ‘500) e una solida amicizia tra il nostro e un capitano di ventura spagnolo con cui combatterà le guerre d’Italia contro il nemico turco alleato spesso ai francesi fino allo scontro decisivo a Lepanto. Cacucci dipinge i turchi come barbari, ma non meno la Santa Alleanza cristiana e in primis l’opportunismo della Serenissima, sempre pronta evitare lo scontro per vantaggi commerciali. Lucero come Don Chisciotte parla con il suo nero destriero Satanas, salva presunte streghe dai roghi, si innamora spesso di belle meretrici e salpa anche alla volta del Nueva Espagna, il Messico da poco conquistato, per proteggere un frate appassionato lettore di Tommaso Moro. Un Messico adorato e vissuto dall’autore, spesso teatro dei suoi eroi sconfitti, da Tupac Amaru a Tania la Guerrigliera. Perché l’Elbano errante è un’altro dei vinti della storia, idealista dimenticato, o forse no. Voto: 8

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