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Diritti umani, Israele contro le Nazioni Unite: un giro di vite che non risparmia nessuno

Diritti umani, Israele contro le Nazioni Unite: un giro di vite che non risparmia nessuno
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Da due anni, ormai, le autorità israeliane rifiutano di rinnovare o emettere nuovi visti per il personale dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani nei Territori palestinesi occupati. Nel 2020 – come ha reso noto in un comunicato stampa Michelle Bachelet, l’Alta commissaria che ha terminato il suo mandato il 31 agosto – i 15 funzionari del suo ufficio non hanno avuto altra scelta se non andarsene, interrompendo 26 anni di presenza sul campo. Da allora, ogni richiesta di rinnovo o emissione dei visti è stata respinta. Questa situazione, se non impedisce alle Nazioni Unite di continuare a monitorare la situazione dei diritti umani, la dice lunga sulla crescente ostilità delle autorità israeliane nei confronti della presenza di “occhi e orecchie” sul campo.

“Cosa esattamente Israele sta cercando di nascondere?”, ha chiesto pubblicamente Bachelet.

Nel 2021 le forze israeliane hanno ucciso 320 palestinesi (un numero dieci volte superiore a quello del 2020) e ne hanno feriti 17.042 (sei volte in più rispetto all’anno precedente). Il numero degli arresti dei palestinesi è raddoppiato da un anno all’altro e non si era mai vista tanta violenza da parte dei coloni israeliani dal 2017. Nei primi otto mesi di quest’anno, i palestinesi uccisi dai soldati israeliani sono stati almeno 111.

Ma il giro di vite del governo israeliano non riguarda solo le Nazioni Unite. Ha colpito anche le organizzazioni non governative internazionali per i diritti umani, come Amnesty International e Human Rights Watch, soprattutto dopo che hanno accusato le autorità israeliane di praticare un sistema di apartheid nei confronti dei palestinesi.

Soprattutto, si è abbattuto sulle organizzazioni della società civile palestinese. Il 18 agosto l’esercito israeliano ha fatto irruzione nelle sedi di sette Ong palestinesi (sei delle quali hanno stretti legami di collaborazione con la società civile italiana), causando gravi danni alle loro proprietà e imponendo la chiusura dei loro uffici. Questo grave atto era stato preceduto, alla fine del 2021, dalla designazione ufficiale delle sette Ong come “terroristiche” e “illegali”, senza alcuna prova concreta a loro carico.

Il 24 agosto l’azione repressiva israeliana è stata condannata dagli esperti e dalle esperte delle Nazioni Unite sui diritti umani, prima tra tutte Francesca Albanese, relatrice speciale sulla situazione dei diritti umani nei Territori palestinesi occupati dal 1967.

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