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La crisi energetica spegne anche gli stadi: la Serie A decide di ridurre l’illuminazione, ecco cosa cambia

Il presidente della Lega Lorenzo Casini: "Dobbiamo essere un esempio virtuoso". La riduzione delle luci deve essere però graduale per permettere a tecnologie come la Var di funzionare senza problemi. Allo studio pannelli solari in vista dell'inverno
La crisi energetica spegne anche gli stadi: la Serie A decide di ridurre l’illuminazione, ecco cosa cambia
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Illuminazione ridotta per tutte le partite di Serie A, a partire dalla quinta giornata del campionato. Anche il calcio deve adattarsi alla crisi energetica. “Dobbiamo essere un esempio virtuoso”, spiega il presidente della Lega Lorenzo Casini, che promette altre misure a stretto giro per ridurre ancora il consumo degli stadi. Si inizia con una diminuzione complessiva del dispendio energetico del 25%. Le linee guida deliberate dall’Assemblea modificano il punto A.5 della Circolare n. 6 del 29 luglio 2022 ”Norme relative all’utilizzo degli impianti da gioco”. Le nuove direttive prevedono un tetto massimo di quattro ore di utilizzo dell’illuminazione. Inoltre, gli stadi che ospitano le partite con inizio tra le 12.30 e le 18 saranno illuminati solo un’ora prima del fischio di inizio, con una riduzione di trenta minuti.

Pannelli solari e altri impianti per l’efficientamento energetico sono alcune misure che Casini e Andrea Cardinaletti, consulente per le infrastrutture della Serie A, stanno pretendendo in considerazione, ma richiedono più tempo. L’illuminazione degli stadi, d’altra parte, non riguarda solo l’estetica della partita. Ordine pubblico e sicurezza sugli spalti possono essere garantiti al meglio con una luce adeguata, mentre alcune tecnologie come la Var e la Goal Line Technology necessitano di una forte illuminazione per poter funzionare. In vista dell’inverno sono al vaglio anche alcune idee per minimizzare l’impatto del riscaldamento degli stadi e del campo di gioco.

Per Casini si tratta di un primo passo verso una riforma di più ampio respiro: “In Italia gli impianti possono davvero diventare non solo strumenti di riqualificazione urbana, ma anche modelli di sostenibilità ambientale e auto-produzione di energia”.

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