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Caro bollette, così noi del Centro di accoglienza fondato da padre Puglisi rischiamo di chiudere

Caro bollette, così noi del Centro di accoglienza fondato da padre Puglisi rischiamo di chiudere
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Eccoci qui a lanciare l’ultimo grido d’aiuto e di allarme disperato alla politica, alla società civile, al mondo ecclesiale e a tutti coloro che citano nei loro discorsi gli ultimi, le fasce sociali più deboli, i deprivati, gli abitanti delle periferie urbane, i lontani, i cittadini delle periferie esistenziali… quelli che una volta si chiamavano poveri, ma come spesso accade negli ultimi tempi si preferisce usare dei sinonimi “politicamente corretti” che ci allontanano dalla radice del soggetto nominato.

Il caro bollette sta travolgendo, oltre che tutto il mondo imprenditoriale e le famiglie, il mondo del volontariato, cioè quel mondo che si prende cura dei poveri…quel volontariato che viene citato e lodato da tutte le istituzioni come la risorsa, anzi, come una caratteristica identitaria del Paese Italia.

Ma paradossalmente, in questi ultimi giorni, nessuno ne parla. Nessun analista economico si è preoccupato di dare eco, voce e rilevanza alle ricadute che il caro bollette avrà sul mondo del volontariato. Quanto si prospetta dinanzi a noi porterà quel mondo ad una morte certa, con la conseguenza che i poveri di cui il volontariato si è sempre preso cura non avranno più a chi rivolgersi.

Se il governo nazionale e regionale non troveranno una soluzione al caro energia, il Centro di Accoglienza Padre Nostro a fine ottobre chiuderà tutti i suoi servizi. Noi assistiamo circa 600 famiglie per i loro bisogni primari ma le bollette del mesi di luglio ci hanno sferrato un colpo mortale… Circa settemila euro da pagare rispetto ai 1700 dello stesso mese dell’anno scorso: c’è stato un rincaro del 300%. Questo non ci permetterà più di assistere i nuclei in carico al nostro Servizio Sociale.

Il nostro levare un grido d’aiuto non nasce dall’intenzione di salvaguardare i posti di lavoro che il Centro di Accoglienza Padre Nostro offre a 13 dipendenti – questo per noi è un aspetto secondario – ma principalmente per salvaguardare la dignità di quelle persone che ogni giorno da 29 anni si rivolgono al Centro di Accoglienza Padre Nostro fondato dal Beato Giuseppe Puglisi martire di mafia.

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