E’ una cosa che succede non di rado nel mondo un po’ confuso dei media. Capita che un cantante, un attore, un regista abbia fatto nella sua carriera mille cose ma venga ricordato, anzi identificato con una sola di quelle, un film, una canzone, un programma che hanno avuto uno straordinario successo e che finiscono per nascondere e oscurare tutto il resto.

Vincenzo o, come dicevan tutti, Enzo Iacchetti che oggi compie 70 anni appartiene a questa schiera. Ha fatto un sacco di cose: ha esordito con le performances cabarettistiche al mitico Derby, si è fatto conoscere dal grande pubblico grazie alle sue canzoni e poesie bonsai al Maurizio Costanzo show, ha fatto l’attore in parecchi film e in serie televisive di successo, ha recitato in teatro, ha proposto in un disco una rilettura delle canzoni di Giorgio Gaber. Ma resterà sempre quello di Striscia la notizia, almeno per i non addetti ai lavori. Non so se la cosa gli dispiace, per quel poco che lo conosco forse un po’ sì.

Ma come sempre ogni medaglia ha il suo rovescio. Se la frequentazione duratura e assidua di Striscia (la prima volta risale al 1994) lascia in ombra tutto il resto della produzione iacchettiana, è altrettanto evidente che la sua conduzione in coppia con Greggio è diventata la conduzione per eccellenza del tg satirico di Ricci. Non che siano mancate altre coppie affiatate, brillanti, in grado di sedurre il pubblico; ma quella formata da Ezio ed Enzino ha innegabilmente qualcosa più, o meglio rappresenta più di ogni altra il programma, la sua storia. Tanto per usare un aggettivo di moda è quella veramente “iconica”, la coppia “strisciante” per antonomasia.

Il motivo di questa eccellenza ha certo a che vedere con la storia ma anche con funzioni strutturali nell’interazione tra i due soggetti. Tra i due non c’è nessuno dei rapporti tipici delle coppie comiche: non c’è il mattatore e la spalla, né quello che recita la parte istituzionale e viene interrotto e provocato dal guastatore. Il rapporto è paritetico con qualche sfumatura di diversità: Greggio più concentrato sul pezzo, Iacchetti più scanzonato. E in questa normalità c’è forse il tocco di originalità. Funziona così da 28 anni e potrà continuare anche dopo i 70 di Enzino. A proposito, auguri!

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